Hanno scelto ancora una volta la piazza gli aderenti al comitato MEA, Manfredonia Emergenza Abitativa per evidenziare lo stato di difficoltà e disagio
Hanno scelto ancora una volta la piazza gli aderenti al comitato MEA, Manfredonia Emergenza Abitativa per evidenziare lo stato di difficoltà e disagio di numerose famiglie manfredoniane da anni in attesa di un alloggio popolare. hanno voluto manifestare il loro disappunto sui ritardi di assegnazione. C’è chi racconta di situazioni insostenibili. “Voglio fare l’ennesimo appello al sindaco che più volte ci ha detto che la casa è un diritto di tutti, è la dignità della persona. Invece la dignità l’ho persa, sono tre mesi che non ho più una casa con la mia famiglia. Mio marito con i tre figli vivono in una piccola stanza a casa di mia madre, io vivo in un piccolo ripostiglio del terrazzo. Il Comune e i servizi sociali lo sanno benissimo in che condizioni stiamo. A Manfredonia le case popolari ci sono, spesso occupate da abusivi o da chi viene un mese all’anno per le vacanze. Si diano tutti una mossa”.Un’altra signora: “Abito in appena 50 metri di casa. Con sette persone, i miei figli affetti da bronchite asmatica. Anche noi aspettiamo la casa popolare, è un diritto che attendiamo dal 2016”. La lista è lunga. “Vivo a casa dei miei suoceri con quattro bambini, uno in sedia a rotelle in una casetta di pochi metri dove è impossibile vivere. Speriamo che questo calvario termini presto”.A guidare il gruppo Grazia Rignanese, la coordinatrice di MEA. “Questi sono i veri problemi, questa è la vera emergenza abitativa. Questa gente ha tutto il diritto di avere un alloggio popolare, e lo avrà perché è in graduatoria. Purtroppo poi leggo di gente che pretende di avanzare in graduatoria senza che ne ha il diritto. Anche questa gente deve aspettare il suo turno, senza pretendere o accusare chi ha stilato la graduatoria. Che si paghi il fitto di casa con la propria pensione, come fanno gli altri”.
saverio serlenga
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