Svimez: Puglia a rischio recessione nel 2023. «Pil a -0,5% e più poveri»

I dati non sono dei migliori. Anzi, rappresentano un campanello d’allarme per chi deve prendere decisioni di politica economica. La Puglia chiuderà

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L’auditorium di Palazzo dei celestini intitolato a Cristanziano Serricchio

I dati non sono dei migliori. Anzi, rappresentano un campanello d’allarme per chi deve prendere decisioni di politica economica. La Puglia chiuderà il 2022 con una crescita del pil del 3,2%, ma già dal 2023 si stima una recessione dello 0,5%. È quanto emerge dal 49esimo rapporto della Svimez sullo stato dell’economia del Sud presentato a Roma.

L’incidenza del caro bollette

«La Svimez – è scritto in un comunicato – valuta che a causa dei rincari dei beni energetici e alimentari l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta potrebbe crescere di circa un punto percentuale salendo all’8,6%, con forti eterogeneità territoriali: +2,8 punti percentuali nel Mezzogiorno, contro lo 0,3 del Nord e lo 0,4 del Centro. In valori assoluti si stimano 760 mila nuovi poveri causati dallo shock inflazionistico (287 mila nuclei familiari), di cui mezzo milione al Sud. In base alle stime Svimez, l’aumento dei prezzi di energia elettrica e gas si traduce in un aumento in bolletta annuale di 42,9 miliardi per le imprese industriali italiane; il 20% circa (8,2 miliardi) grava sull’industria del Mezzogiorno, il cui contributo al valore aggiunto industriale nazionale è tuttavia inferiore al 10%».

La ripresa interrotta

Eppure, il 2021 è stato l’anno del rilancio (interrotto). Nel Mezzogiorno, infatti, appare particolarmente significativo il dato della Basilicata (+7,8%); seguono Sardegna, Puglia e Campania (rispettivamente (+6,5%, +6,5% e +6,3%); più distanziate, Calabria (+5,5%), Abruzzo (+5,1%), Sicilia (+4,9%) e Molise (+4,2%). Dagli andamenti settoriali osservati a livello regionale, risulta che alla congiuntura favorevole delle costruzioni nel Mezzogiorno hanno contribuito, soprattutto, Calabria (+30,3%), Basilicata (+27,7%) e Sicilia (+27,5%). Sempre nel Mezzogiorno, i migliori andamenti nell’industria in senso stretto hanno interessato Molise (+12,4%), Basilicata (+11,3%), Puglia (+9,7%) e Campania (+8,8%); nel comparto dei servizi, si segnala la crescita estremamente contenuta del Molise (+1,6%), mentre sono superiori alla media meridionale i valori di Sardegna (+5,9%), Basilicata (+5,5%) e Campania (+5,3%).

La presidente Capone: allarmata

«Il report della Svimez presentato ci allarma molto» perché «contiene situazioni che ovviamente conosciamo, ma con dati che incidono gravemente sulle nuove povertà e sui divari educativi, fino al tasso di occupazione femminile». Lo ha detto la presidente del Consiglio regionale pugliese Loredana Capone aprendo i lavori in Aula. «Il Paese – ha aggiunto – appare sempre più spaccato tra nord e sud: 760.000 nuovi poveri si stimano anche a causa dei rincari sui beni energetici alimentari e di questi 500.000 sono al Sud. Cresce anche il numero di coloro che, pur avendo una fonte di reddito, sono a rischio povertà. Sempre maggiore diffusione di contratti precari. Nel Mezzogiorno il part-time involontario raggiunge il 77,5 per cento rispetto al 54,7 per cento del centro nord e le famiglie con un occupato in povertà in Italia sono 877.000, di cui 280.000 al Sud».

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