Mentre la legge di bilancio è attesa martedì 29 novembre in Parlamento, comincia a delinearsi lo spaccato delle coperture. Arriva con l’ultima bozza d
Mentre la legge di bilancio è attesa martedì 29 novembre in Parlamento, comincia a delinearsi lo spaccato delle coperture. Arriva con l’ultima bozza della manovra la definizione della tassa sugli extraprofitti. Una delle misure più importanti e attese per ricavare le coperture della legge di bilancio e che, limata fino all’ultimo, era rimasta fino ad ora, di fatto, priva di contenuti scritti nero su bianco. L’imposta, fissata sul reddito che eccede per almeno il 10% la media dei redditi 2018-21, un po’ a sorpresa, viene fissata al 50% e non al 35% come era circolato nelle prime ipotesi.
Ma tra le novità di giornata c’è anche un’altra piccola rivoluzione che riguarda i consumatori: le spese per lo smantellamento del nucleare escono, infatti, dalla bolletta elettrica. Si tratta di un primo piccolo ma epocale cambiamento degli oneri di sistema che pesano sistematicamente sulla bolletta ma che niente hanno a che fare con i consumi della luce di famiglie e imprese. Un primo passo nella direzione più volte indicata dall’Autorità per l’energia per allegerire in modo strutturale il conto recapitato agli italiani
Dagli oneri in bolletta escono di scena i costi per il nucleare
Le spese per lo smantellamento del nucleare escono dalla bolletta elettrica. L’ultima bozza della manovra attesa nelle prossime ora in Parlamento prevede un primo cambiamento degli oneri di sistema che pesano sulla bolletta elettrica ma che niente hanno a che fare con i consumi della luce di famiglie e imprese. Anche per rispettare gli obiettivi fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, il governo avvia la fiscalizzazione almeno di una parte degli oneri, escludendo quelli derivanti dal decommissioning del nucleare che non dovranno più essere obbligatoriamente riscossi dai fornitori di energia. Su proposta di Arera potranno essere evidenziati ulteriori oneri impropri oggi in bolletta per procedere nella stessa direzione.
Contante a 5mila euro, sanzioni Pos da 60 euro ma si dialoga con la Ue
La soglia del contante salirà a 5mila euro dal 2023. Le sanzioni per commercianti ed esercenti che rifiutano i pagamenti per il Pos dovrebbero scattare solo se l’importo da saldare supera i 60 euro. Il condizionale, in quest’ultimo caso, è d’obbligo perché, come spiega una nota di Palazzo Chigi, «sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea dei cui esiti si terrà conto nel prosieguo dell’iter della legge di Bilancio».
Stretta Opzione donna, non sarà più per tutte
Opzione donna viene prorogata di un anno, ma non sarà più per tutte: anzi, sarà solo per poche lavoratrici. La forte stretta arriva con l’ultima bozza della manovra che restringe la misura a quelle più svantaggiate, con un’innalzamento dell’età a 60 anni, che può essere ridotta in base al numero di figli.
Tassa sugli extraprofitti sale al 50%
La bozza della manovra prevede un prelievo temporaneo per i soggetti che in Italia producono, importano o vendono energia elettrica e gas e producono, importano, distribuiscono o vendono prodotti petroliferi. Il contributo è del 50% sul reddito 2022 che eccede per almeno il 10% la media dei redditi 2018-21; con il limite del 25% del patrimonio netto al primo gennaio 2022. E’ interessata – secondo quanto si legge nella relazione tecnica all’articolo della bozza – una platea di 7mila aziende e l’incasso ammonta a 2,56 miliardi
Confermato poi l’innalzamento della soglia della flat tax da 65.000 euro a 85.000 euro, ma per l’incremento – si precisa – manca ancora l’ok dell’Ue (la richiesta di deroga, presentata il 4 novembre “è attualmente al vaglio delle competenti autorità europee”).
Mini-spending su intercettazioni
Spunta – quanto mai attuale – un Fondo per il contrasto al consumo di suolo, finanziato con 160 milioni in 5 anni. Previsto, inoltre, un miliardo per il comparto pubblico da destinare, in attesa del rinnovo del contratto, ad una una tantum per i dipendenti statali nel 2023. E se da una parte il governo Meloni dismette InvestItalia, la cabina di regia a Palazzo Chigi sugli investimenti pubblici e privati creata dal governo Conte I, dall’altra avvia una mini-spending su intercettazioni e carceri: dal 2023, le spese di giustizia per le intercettazioni e comunicazioni sono ridotte di 1,57 milioni l’anno.
4 mld da Aiuti quater, fondo tasse e assegno unico
E spuntano nuove coperture per la manovra. Uno degli ultimi articoli della nuova bozza attinge circa 2,6 miliardi dal fondo da 4,1 miliardi istituito con il decreto Aiuti quater grazie al posticipo degli acquisti e della rivendita di gas da parte del Gse. Allo stesso tempo viene ridotto di circa 1,4 miliardi il fondo nato con la manovra 2021, pari l’anno prossimo a 7 miliardi di euro, destinato alla riforma fiscale e all’assegno unico. La legge di bilancio di due anni fa prevedeva infatti che una parte del fondo, compresa tra 5 e 6 miliardi, fosse destinata all’assegno universale che però, già quest’anno, ha mostrato dei risparmi.
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