Puglia fanalino di coda dei dipendenti pubblici: ne ha meno di altre regioni

I3 milioni e 250mila dipendenti pubblici italiani non si distribuiscono in modo omogeneo sul territorio nazionale in rapporto al numero degli abitanti

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I3 milioni e 250mila dipendenti pubblici italiani non si distribuiscono in modo omogeneo sul territorio nazionale in rapporto al numero degli abitanti: le regioni con il maggior numero di dipendenti statali sono la Valle D’Aosta e il Trentino Alto-Adige, con uno stacco netto rispetto alla media nazionale. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare e sempre con riferimento al totale degli occupati, in Italia il numero di dipendenti pubblici risulta inferiore a quello della maggior parte delle altre economie europee. Sono questi i dati più significativi che emergono da una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro dell’imprenditore Massimo Blasoni su elaborazione di dati Opi (Osservatorio su Politica e Istituzioni) e Rgs (Ragioneria Generale dello Stato).

Una ricerca del Centro Studi ImpresaLavoro, sulla base dei dati riportati dall’Osservatorio su Politica e Istituzioni (Opi), ha rilevato un quadro interessante che riguarda la distribuzione dei dipendenti pubblici nelle eegioni d’Italia. Da questo lavoro, infatti, si evince che le regioni con il maggior numero di dipendenti pubblici in rapporto agli abitanti siano Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige e Sicilia, a dispetto del diffuso cliché che dipinge le zone del Meridione come aree per eccellenza ad alta diffusione di assunzioni nel settore pubblico. Queste tre regioni sono seguite poi da Liguria, Lazio, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Calabria, tutte sopra la media italiana che si attesta a 11 dipendenti pubblici per 1000 abitanti. I più recenti dati, infatti, riportano un indice di unità lavorative pubbliche per 1000 abitanti di 48,6 per la Valle D’Aosta, 20,1 per Trentino-Alto Adige, 16,1 per Sicilia, circa 14,0 per Liguria, Lazio, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e 13,7 per la Calabria. Le restanti regioni, invece, si omogeneizzano su valori tra le 8,0 e le 10,0 unità di dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti. Agli ultimi posti si collocano la Puglia (7,5), il Piemonte (8,5) e il Veneto (8,8).

Secondo i dati forniti dalla Ragioneria Generale dello Stato, nel 2021 i quasi 3.250.000 dipendenti della Pubblica Amministrazione sono inseriti per la maggior parte nei comparti inerenti l’ “istruzione e ricerca” (1.276.205 di personale dipendente) e “sanità” (669.990 unità di personale assunto). A questi due comparti che assorbono la maggiore forza lavoro statale, seguono i comparti di “personale in regime di diritto pubblico” impiegato in vari enti e partecipati (565.926), “funzioni locali” (486.198), “funzioni centrali” (206.119) e, infine, “comparto autonomo o fuori comparto” (44.899).

Considerando i Paesi a noi comparabili demograficamente e socialmente, ovvero Francia, Regno Unito, Spagna e Germania, si rilevano almeno due aspetti significativi. Primariamente, in valori assoluti l’Italia risulta lo Stato, fra i citati, che ha meno dipendenti pubblici (il primo la Francia con 5.662.000 unità impiegate).

Il secondo dato di interesse ci rivela che l’Italia è all’ultimo posto, tra i comparables, per il numero di occupati nella Pubblica Amministrazione sul numero dei residenti. Infatti, il nostro Paese conta il 5,5% di dipendenti pubblici sul totale della popolazione residente. Nella classifica, invece, primeggia di nuovo la Francia con ben l’8,3% di dipendenti pubblici sul totale della popolazione, seguita dal Regno Unito (all’8,0%), dalla Spagna (7%) e dalla Germania (6%).

Se si guarda invece alle percentuali di occupazione nella P.A. rispetto al totale degli occupati, il nostro Paese si posiziona al penultimo posto con il 14,5%. Il Paese in cui il lavoro pubblico incide di meno sui posti di lavoro totali è la Germania, in cui solo l’11,1% è pubblico.

“I dati sul numero di dipendenti pubblici non sono rappresentativi, peraltro, dell’efficienza del lavoro della Pubblica Amministrazione. Ci sono ancora enormi problemi dal punto di vista della digitalizzazione e l’enorme burocrazia contribuisce a rendere poco efficiente e snello l’apparato statale. Colpisce, tuttavia, che diversamente dall’opinione comune, ci sono numerose regioni del Nord tra quelle con maggior numero di dipendenti pubblici in rapporto agli abitanti” il commento di Massimo Blasoni, Presidente del Centro Studi ImpresaLavoro. 

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