L'aumento delle materie prime è uno dei fattori che spinge i fatturati delle imprese dell'energia. E' quanto emerge dallo studio sulle principa
L’aumento delle materie prime è uno dei fattori che spinge i fatturati delle imprese dell’energia.
E’ quanto emerge dallo studio sulle principali società italiane realizzato dall’Area Studi Mediobanca.
La classifica dei fatturati 2021 dell’industria e dei servizi è dominata da tre gruppi energetico petroliferi pubblici (gli unici con vendite superiori a 50 miliardi): Enel (84,1 miliardi), Eni (76,6) e Gse (54,4). I conti parziali del 2022 delle prime 20 imprese industriali in graduatoria mettono in luce fatturati ancora in forte crescita.
Poste Italiane svetta nella classifica dei principali datori di lavoro con 121.423 unità, in calo del 2,6% sul 2020. Segue Ferrovie dello Stato (81.906, +0,6%). Sul fronte dei risultati netti, Eni è la regina degli utili, avendo chiuso il 2021 con 5,8 miliardi di euro, dopo la perdita di 8,6 miliardi del 2020.
Nel 2021 la classifica delle prime 20 banche italiane (in base al totale attivo tangibile) non subisce notevoli variazioni, con Intesa Sanpaolo prima a 1.059,5 miliardi (+6,5% rispetto al dato 2020) davanti a UniCredit (914,5, -1,6%) e Cdp – Cassa Depositi e Prestiti (412,9, +0,6%). Nel comparto assicurativo, Generali mantiene il dominio assoluto. Seguono il gruppo Poste Vita (17,9 miliardi) e Unipol gruppo.
La ricerca realizzata dall’area studi di Mediobanca analizza i bilanci relativi all’esercizio 2021 di 3.442 aziende, suddivise in base al settore in cui operano. Le posizioni successive della classifica si aprono ad altri settori, come il manifatturiero che si impone con Fca Italy in quarta posizione (21,9 miliardi) e i servizi guidati da Telecom in quinta (15,1). Si conferma sesta la meccanica Leonardo (14,1).
Sale invece di due gradini Prysmian (gomma e cavi), settima con vendite pari a 12,7 miliardi di euro, che scalza Ferrovie dello Stato ottava (11,7) e in regresso di un posto. Ne guadagnano ben sette le energetiche Edison e A2a, nona e decima con fatturati pari rispettivamente a 11,7 miliardi e 11,3 miliardi. Allo stesso settore appartiene l’undicesima impresa, Hera (10,5), in salita di tre posti. Seguono, Edizione (9,8, -4 posti) ormai priva di Autostrade per l’ltalia e Poste Italiane (8,9, -3 posti). Chiudono la graduatoria la metallurgica Marcegaglia Holding che sale di 8 posti con vendite pari a 8 miliardi di euro, l’alimentare Parmalat (8 miliardi).
Nel complesso, diciassette imprese delle prime venti hanno messo a segno uno sviluppo del fatturato, sia per i maggiori prezzi delle materie prime, sia per l’incremento dei volumi venduti oltre che per effetto di alcune operazioni di acquisizioni. Le prime venti posizioni sono occupate da nove imprese a controllo pubblico, cinque a controllo privato italiano e sei a proprietà estera; nove appartengono al settore energetico, sei alla manifattura e cinque alla gestione di infrastrutture o ai servizi.
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