Francesco ha vissuto una vita in isolamento, 37 anni “fuori dal mondo”, come capita a tanti ragazzi che soffrono del disturbo dello spettro autistic
Francesco ha vissuto una vita in isolamento, 37 anni “fuori dal mondo”, come capita a tanti ragazzi che soffrono del disturbo dello spettro autistico. La settimana scorsa poi Francesco si è ritrovato completamente solo, in sei mesi ha perso prima il papà e poi la mamma, la settimana scorsa. Del caso, come abbiamo scritto qui, si è interessato il parlamentare Davide Faraone.
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“Adesso sono qui in aeroporto che attendo il volo di ritorno da Bari per Palermo e scrivo questo post per raccontarvi la sua storia, che come tutte le storie così difficili mi ha lasciato dentro un grande travaglio, ma anche tanta speranza – ha scritto sulla sua pagina Facebook -. Ieri mattina alle 5.50 ho preso il volo per Bari, poi l’auto e in mattinata ero a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia. È lì che risiedeva, è lì che ha vissuto murato vivo per 37 anni, in una casa popolare di questo splendido paesino che detiene ben due siti Unesco. Non usciva più dalla sua stanza, negli ultimi giorni ha vissuto completamente da solo in attesa di trovare un centro adatto che potesse accoglierlo nella sua unicità. Dopo alcuni rifiuti e qualche mia telefonata, che lasciava intendere che un ‘temibile onorevole’ aveva attenzionato il caso, finalmente, come d’incanto, si trova la soluzione. In Italia, purtroppo, ci vengono segnalati tanti casi come quello di Francesco da eroine come la splendida dottoressa Mariana Berardinetti, il nostro impegno è quello di trovare le strutture adatte a gestire situazioni complesse e di garantire alle persone autistiche e alle loro famiglie i diritti già previsti dalla legge, spesso disattesi”.
“Francesco non ha familiari stretti capaci di poterlo assistere e garantirgli tutti diritti – prosegue – e purtroppo, spesso, le istituzioni sono le nostre controparti nel trovare soluzioni adeguate. Non usciva e nella sua stanza aveva trovato la sua zona di comfort. Con Mariana, con l’aiuto dell’associazione di volontariato San Michele Arcangelo, che ha messo a disposizione gratuitamente l’ambulanza per il trasporto, dell’assistente sociale, la sola in un Comune con più di 12 mila anime, abbiamo tirato fuori Francesco dalla ‘cella’ in cui aveva vissuto per anni, lo abbiamo accompagnato in autoambulanza, attraversando il Gargano, fino a ‘Villa Mele’ di Rodi Garganico. Lì lo abbiamo affidato ai terapisti della residenza socio sanitaria del Gruppo Salatto per il primo percorso individuale della sua vita, a 37 anni. Evitare l’isolamento sociale e restituirgli la dignità, la libertà di vivere e comunicare dovranno essere i primi obiettivi. E noi continueremo a seguire Francesco nella sua ‘rinascita’. Forza Francesco!”.
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