La difficoltà di trovare sul mercato l'anidride carbonica per l'acqua gasata nel 2022 ha fatto perdere a Sant'Anna il 30% del fatturato e costretto al
La difficoltà di trovare sul mercato l’anidride carbonica per l’acqua gasata nel 2022 ha fatto perdere a Sant’Anna il 30% del fatturato e costretto alcune linee produttive a restare ferme, ma adesso il problema principale è legato alla lunga siccità.
“Sono molto preoccupato – dice all’ANSA Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato dell’azienda di Vinadio (Cuneo), che prepara ogni anno 1 miliardo e mezzo di bottiglie – i torrenti di montagna praticamente non esistono più e le falde si sono impoverite tantissimo, sono 4-5 volte meno ricche rispetto al passato.
Da due anni nevica e piove poco o niente nel nord-ovest italiano.
E’ più che mai urgente che si realizzino gli invasi, per trattenere l’acqua quando cade, snellendo le procedure. Come stanno le cose oggi non va: basta che uno alzi la mano e si opponga a un progetto e tutto si ferma. Il sistema va cambiato, sempre ovviamente nel rispetto dell’ambiente, c’è assoluta necessità di ricavare invasi raccolta lungo il corso dei fiumi in montagna”.
Sul piano produttivo, resta sempre la difficoltà a imbottigliare acqua gasata. “Il principale impianto in Italia per la Co2, che è Ferrara, non è ripartito, dobbiamo cercare il prodotto all’estero, ma il prezzo è cresciuto di 7 volte”. Sul bilancio gravano anche i rincari energetici, “20-25 milioni in più, soprattutto per l’elettricità perché di gas ne consumiamo poco”, dice Bertone. Il 26 luglio scorso, nel giorno di Sant’Anna, il presidente dell’azienda di acque minerali cuneese ha deciso di pagare una mensilità aggiuntiva a tutti i dipendenti “come aiuto concreto per fare fronte al periodo difficile. Sono orgoglioso di avere dato un buon esempio che è stato seguito da tanti, una goccia nel mare ma meglio di niente – sottolinea Bertone – adesso però è necessario che il governo prenda decisioni strutturali: nel caso dell’acqua abbassare l’Iva, oggi al 22%, portandola al 5% come in Francia, e, più in generale, intervenire sul cuneo fiscale: sarebbe la strada più veloce per ridare soldi soprattutto al mondo operaio”.
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