La pandemia si sgonfia: dai contagi ai ricoveri ecco cosa dicono i primi segnali

Il Covid non è ancora sconfitto, ma da mesi la pandemia fa sempre meno danni e avanza verso la cosiddetta endemia, la convivenza con il virus. Che dal

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Il Covid non è ancora sconfitto, ma da mesi la pandemia fa sempre meno danni e avanza verso la cosiddetta endemia, la convivenza con il virus. Che dall’avvento della variante Omicron è diventato molto più contagioso, ma mette sempre meno sotto pressione gli ospedali. Due i segnali che fanno ben sperare: i contagi crescono, ma tra immunizzazioni e persone già infettate, si diffonde con meno intensità come si vede in questa mini ondata di ottobre che già, dopo 4 settimane, ha cominciato la discesa. E poi i ricoveri crescono, ma molti pazienti (oggi sono il 64%) scoprono la positività con un tampone in ospedale dove si trovano non a causa del Covid, ma per altre ragioni. L’unica variabile che può rimettere in discussione tutto è una nuova variante più patogena.

(EPA)

La mini-ondata d’autunno, già comincia la discesa

La prima ondata del terzo autunno con il Covid è cominciata ufficialmente a metà settembre quando i contagi hanno cominciato a salire dopo una piccola tregua a fine agosto: sono stati 120.057 i nuovi positivi nella settimana dal 14 al 20 settembre (erano 107mila la settimana prima) per poi salire a 168.829 dal 21 al 27 settembre e ancora a 244.353 dal 28 settembre al 4 ottobre fino ai 293.902 nuovi contagi dal 5 all’11 ottobre. Ora nell’ultima settimana, quella dal 12 al 18 ottobre, i casi hanno cominciato la discesa: in tutto si sono registrati 274.983 nuovi positivi (quasi il 10% in meno rispetto alla settimana prima). Insomma in questa prima mini ondata autunnale è arrivata al suo picco già dopo un mese e non dovrebbe lasciare grandi strascichi a livello ospedaliero e di vittime (che sono però tornate a superare quota 100).

Crescono i ricoveri, ma molti non a causa del Covid

Oggi nelle corsie ospedaliere – secondo l’ultimo monitoraggio della Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, sui suoi ospedali sentinella – quasi due terzi dei pazienti positivi al Covid (il 64%) non sono ricoverati perché hanno i sintomi tipici del virus come le polmoniti o i problemi respiratori, ma perché hanno scoperto di essere positivi dopo aver fatto un tampone prima di un intervento operatorio o di un ricovero per altro motivo. E in ogni caso i pazienti gravi – quelli in terapia intensiva – crescono poco: oggi sono 254 quelli in rianimazione (erano 224 una settimana fa), nelle ondate più pesanti erano anche 10 volte di più. «Registriamo – conferma il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – una crescita quasi del tutto a carico di pazienti positivi ma senza sintomi tipici del Covid, che arrivano in ospedale per curare altre malattie». «Questo trend, se confermato – continua Migliore – vorrebbe dire che ci troviamo di fronte a una endemizzazione del Covid: il virus circola molto, ma incontra le difese immunitarie della stragrande maggioranza della popolazione che ha ricevuto la vaccinazione e i richiami o ha già contratto l’infezione».

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