Con il taglio dei parlamentari risparmi per quasi 60 milioni

Con l’elezione dei presidenti di Senato e Camera è decollata la diciannovesima legislatura: la prima con un Parlamento a ranghi ridotti rispetto all’a

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Con l’elezione dei presidenti di Senato e Camera è decollata la diciannovesima legislatura: la prima con un Parlamento a ranghi ridotti rispetto all’assetto tradizionale. Come è noto, per effetto della riforma costituzionale fortemente voluta dal M5S, il numero dei deputati è sceso da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200 (al netto dei nominati “a vita”). Una cura dimagrante che ha creato problemi ai partiti nella composizione delle liste elettorali, a causa della contrazione delle “caselle” disponibili, e anche al funzionamento delle stesse Camere, alle prese con l’incognita della piena “agibilità”, tutta da verificare, delle Commissioni permanenti e di quelle Bicamerali che si formeranno nei prossimi giorni.

Ma la riduzione dei parlamentari si è anche rivelata un toccasana per le casse di Montecitorio e di Palazzo Madama: il “taglio” ha consentito ai due rami del Parlamento di risparmiare complessivamente quasi 60 milioni.

I risparmi maggiori alla Camera: 38,4 milioni

Soltanto alla Camera la riduzione dei deputati farà scendere a circa 50 milioni gli oneri per le indennità parlamentari da versare ai singoli “onorevoli” contro i quasi 79milioni spesi con lo schema “a 630” (per un risparmio di circa 28,8 milioni). In calo anche il costo delle diarie, sempre previste per i deputati, che scende da 26,4 a 16,8 milioni. Con il risultato di alleggerire il conto di Montecitorio di circa 38,4 milioni, scendendo da 105,3 milioni a poco meno di 67.E anche il bilancio di palazzo Madama si dovrebbe ritrovare, per gli stessi motivi, con un risparmio di oltre 19 milioni e senza soffrire di costi aggiuntivi per l’adeguamento dell’Aula al ristretto numero di senatori presenti. A Palazzo Madama si è infatti provveduto soltanto a “congelare” le postazioni delle file più in alto e di quelle più estreme ai lati lasciando intatti i banchi.A Montecitorio invece il restyling non è stato proprio a costo zero, con lavori di adattamento dell’Aula in economia che non hanno superato i 2mila euro. Qualcosa in più saranno costati i nuovi tabelloni digitali che consentono di visualizzare gli esiti delle votazioni e pure di mostrare i video degli interventi dei deputati durante i dibattiti. Alle prime sedute per l’elezione del presidente della Camera l’emiciclo è di fatto tornato all’assetto originario previsto dal progetto disegnato dall’architetto Ernesto Basile che non prevedeva l’ultima fila di 82 posti nella parte sommitale, ricavata poi negli anni successivi.

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