L’incarico quinquennale del direttore generale dell’Arpa, l’Agenzia per l’ambiente della Puglia, è scaduto a ottobre 2021 e non è stato rinnovato. E d
L’incarico quinquennale del direttore generale dell’Arpa, l’Agenzia per l’ambiente della Puglia, è scaduto a ottobre 2021 e non è stato rinnovato. E dunque l’uscente, Vito Bruno, è in proroga (della proroga) da quasi un anno. Una situazione ai limiti dell’incredibile che però non è l’unico pasticcio fatto dalla Regione su questa storia: negli scorsi giorni, dopo una «istruttoria» durata sei mesi, il dipartimento Ambiente ha pubblicato la lista degli idonei alla nomina. Quanti erano i partecipanti in possesso dei requisiti? Diciotto. E quanti di loro sono stati ritenuti idonei? Diciotto. Una roba da ridere.
Il capo del dipartimento Ambiente, Paolo Garofoli, novello Carlo V, ha infatti proclamato todos caballeros. Lo ha fatto con una motivazione a dir poco originale: siccome «l’attribuzione dell’incarico di direttore generale di Arpa Puglia è di competenza del presidente della giunta regionale», scrive Garofoli, «l’istruttoria delle candidature si è limitata esclusivamente alla verifica del rispetto dei termini e delle modalità di presentazione delle stesse nonché del possesso dei requisiti previsti». Insomma, che se la veda Emiliano. Peccato che l’istruttoria delle candidature, secondo l’avviso pubblico, dovesse concludersi con l’individuazione di una terna di candidati «all’altezza dell’incarico da ricoprire» da cui poi la giunta regionale deve scegliere il direttore generale. Il dipartimento Ambiente si è invece limitato a escludere gli otto candidati privi di requisiti, promuovendo tutti gli altri. E per farlo ci ha messo sei mesi.
Nell’elenco c’è l’uscente Vito Bruno, ma ci sono anche (tra gli altri) il direttore tecnico Vincenzo Campanaro, il dirigente Roberto Primerano, l’ex capo dipartimento Ambiente, Barbara Valenzano, il dirigente comunale Vittorio Maria Nunziante (persona diversa dall’omonimo Vittorio F.E. Nunziante, segretario comunale di Modugno), e diversi altri dirigenti in servizio nelle Asl pugliesi. Tutti evidentemente in possesso dell’esperienza prevista per l’incarico, tutti ora in corsa. Almeno sulla carta.
La legge istitutiva dell’Arpa prescrive che il direttore non possa superare i 10 anni di servizio. Il contratto con l’uscente prevedeva infatti la possibilità di rinnovo per altri 5 anni, possibilità che la Regione non ha inteso esercitare. Ma nulla vieta che la giunta possa scegliere Bruno, per la seconda volta, con una nomina ex novo di altri cinque anni, magari facendola partire tra altri sei mesi. E quindi il dg, che oggi resta in sella sulla base di una proroga ampiamente scaduta, supererebbe abbondantemente i 10 anni. Tutto fantastico
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