Il confronto tra Enrico Letta e Michele Emiliano di ieri domenica 11 settembre è servito a mettere un punto fermo sulla posizione del Governatore dell
Il confronto tra Enrico Letta e Michele Emiliano di ieri domenica 11 settembre è servito a mettere un punto fermo sulla posizione del Governatore della Puglia in questa campagna elettorale, consolidandola agli occhi dell’opinione pubblica. “Votiamo Partito Democratico”. In poche ore è stato sgombrato il campo dall’equivoco a tinta giallorossa alimentato a più riprese dal presidente, evidentemente addolorato per la mancata alleanza tra i due gruppi politici, “elemento centrale a tutela della democrazia nel nostro paese”.
Parimenti, il summit con il segretario nazionale ed ex presidente del Consiglio, è servito ad Emiliano per accreditarsi, portando in dote al partito l’esperienza pugliese del ‘campo largo’. Al termine della giornata, il numero uno di via Giovanni Gentile ha chiesto ai pugliesi un voto al Pd contro il centrodestra e i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, “per il futuro di Bari e della Puglia” ha evidenziato.
Emiliano avrebbe colto l’occasione per sottolineare le vittorie dei dem in Puglia, “il più vincente d’Italia”, e per ribadire, questa volta in presenza, che il ‘campo largo’ con dentro civici e cinquestelle, con un pezzo di sinistra e senza renziani-calendiani, resti l’unica strada percorribile. Eppure, in quel ‘campo largo’ in salsa pugliese, hanno figurato o figurano ancora parecchi esponenti del centrodestra: da Lacatena a Palese, da Di Cagno Abbrescia a Cassano, da Schittulli e Leo Di Gioia. Non vanno peraltro dimenticate alcune performance sui generis di Emiliano, quando ad esempio ha mostrato fiero la maglia dei giovani di Fratelli d’Italia, elogiato Matteo Salvini, dato il suo sostegno incondizionato a Pippi Mellone.
Ieri, prima dell’arrivo a Foggia, il numero uno dei dem ed Emiliano, alla presenza di Marco Lacarra, Loredana Capone, Antonio Decaro e Francesco Boccia, hanno provato a fare un po’ di conti, autoconvincendosi che la contesa dei collegi resta aperta fino all’ultimo voto. Tuttavia, entrambi sanno molto bene che l’ex premier Giuseppe Conte gioca in casa e che Lega-Fratelli d’Italia-Forza Italia non hanno mostrato segni di cedimento tali da compromettere il tentativo di fare man bassa di consensi. Da qui il ricorso agli elettori sfiduciati da parte del deputato toscano: “Il vero nemico da battere è l’astensionismo”.
Ad ogni buon conto, se il responso delle urne dal Nord al Sud sarà nefasto, a Roma non potranno non tener conto del fattore ‘Puglia’, regione dove “da Vendola a Emiliano il Pd ha stravolto l’idea del Mezzogiorno che non ce la fa” secondo l’on. Francesco Boccia.
Emiliano non avrà dimenticato di ricordare al segretario nazionale del “saccheggio” dei cinquestelle, “gigantesca lista civica”, vale a dire della operazione di convincimento che un anno fa ha portato Crimi e Di Maio, a decidere di entrare in maggioranza con l’assessorato al Welfare di Rosa Barone.
L’affermazione “Con loro lavoro bene“, è stato un assist al bacio all’amico Giuseppe Conte e ai cinquestelle. Una ‘giocata’ che non è piaciuta ai dem, esattamente così come non sono piaciute le dichiarazioni rilasciate non più tardi di qualche giorno fa davanti al coordinatore del movimento ‘Insieme per la Capitanata’ e ai candidati alla Camera e al Senato del Partito Democratico Raffaele Piemontese, Valentina Lucianetti e Teresa Cicolella. “Sono il riferimento politico di molte forze, anche del Movimento 5 Stelle, che devo rispettare in questa campagna elettorale, come è inevitabile che sia”.
Come no!. ‘Ripreso’ da Letta, in un battibaleno il Governatore della Puglia si è rimesso in riga, chiedendo espressamente ai pugliesi un voto per il Pd, “punto di riferimento dal quale non ci siamo mai staccati, anche quando abbiamo fatto critiche pesanti” e “partito aperto, umano, pieno di amicizia, dove non ci si fanno dei dispetti tanto per farli, dove non si è cinici, dove si lavora sul cambiamento delle nostre politiche sulla transizione energetica, dove si difende in mare, si difende il Sud, si lavora per la de-contribuzione e renderla permanente”.
Per Michele Emiliano la partita che porta in Parlamento è ancora tutta da giocare: “Possiamo ribaltare moltissimi collegi e ribaltando qualche collegio può cambiare l’assetto del Parlamento”. Socchiusa, al momento, quella che porterebbe il suo modello in via Sant’Andrea delle Fratte. Dipenderà molto da come andrà a finire il 25 settembre.
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