Agguato a Francavilla, imprenditore foggiano resta in carcere. “Fratianni testa di legno asservita agli interessi del clan”

Antonio Fratianni resta in carcere, dopo che il gip del tribunale di Velletri ha accolto la richiesta della Dda di Roma, che al 56enne imprenditore ar

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Antonio Fratianni resta in carcere, dopo che il gip del tribunale di Velletri ha accolto la richiesta della Dda di Roma, che al 56enne imprenditore arrestato con l’accusa di essere l’esecutore del tentato duplice omicidio di Antonello Francavilla e del figlio 15enne avvenuto il 2 marzo presso l’abitazione di Nettuno, dove il boss del clan Sinesi-Francavilla era ristretto ai domiciliari, contesta l’aggravante della premeditazione e della mafiosità. La Gazzetta del Mezzogiorno ha riportato nella giornata di ieri alcuni stralci dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari. Fratianni viene ritenuto “orbitante” nella mafia foggiana e viene considerato una “testa di legno asservita agli interessi del clan e collettore di somme di provenienza illecita del sodalizio mafioso”. Gli atti sono stati trasmessi ora al Gip di Roma.Il giorno dopo l’agguato sul litorale romano, Antonio Fratianni si era recato presso gli uffici della sezione operativa della Dia di Foggia per denunciare di essere vittima – da molti anni – di estorsione da parte di Antonello Francavilla , il quale, un mese prima, a Nettuno, lo avrebbe minacciato puntandogli un coltello alla gola e dandogli un ultimatum di 15 giorni che sarebbe scaduto qualche giorno dopo l’agguato. Episodio che Fratianni aveva confermato agli inquirenti anche il 26 giugno, giorno in cui Emiliano Francavilla & Co. avrebbero dovuto ucciderlo nei pressi del casello autostradale della Zona Industriale. L’omicidio fu sventato dalla squadra mobile. L’imprenditore edile sapeva benissimo di trovarsi in pericolo di vita. “Lo so fin da quando ho incontrato l’ultima volta a Nettuno Francavilla Antonello nel mese di febbraio scorso. In quella occasione, dopo avermi minacciato con un coltello puntato alla gola, mi diede un ultimatum di 15 giorni che sarebbe scaduto qualche giorno dopo l’agguato di cui rimase vittima con il figlio a Nettuno, scaduto il quale, senza che gli avessi portato i soldi e ottemperato alle sue altre richieste, aveva dato ordine ai suoi complici su cosa farmi”

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