Cambiamenti climatici, il mare della Puglia è sempre più caldo: 5 gradi sopra la media. E arrivano pesci tropicali

Il mare di Puglia scotta. Nel golfo di Taranto le acque avevano già raggiunto i 30 gradi a fine luglio. Temperature così alte non si vedevano del 2003

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Il mare di Puglia scotta. Nel golfo di Taranto le acque avevano già raggiunto i 30 gradi a fine luglio. Temperature così alte non si vedevano del 2003, altro anno fra i più critici. È tra le zone più colpite in Italia dal fenomeno, assieme al Mar Ligure, ma anche nell’Adriatico la situazione non è delle migliori a causa dello scarso apporto dei fiumi. Il cambiamento climatico sta stravolgendo gli equilibri degli organismi marini: alcuni vanno via, altri nuovi arrivano ed è sempre più a rischio la mitilicoltura.

L’allarme viene lanciato dalla dottoressa Ester Cecere, prima ricercatrice del Cnr Irsa, l’istituto di ricerca sulle acque che si trova proprio a Taranto. “Analizzando la situazione fotografata a fine luglio dai dati dei satelliti del Copernicus marine service, in collaborazione con il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, in alcune zone del golfo di Taranto la temperatura era di circa 30 gradi. Basti pensare che è di cinque gradi sopra la media del periodo. Il Golfo è tra i più colpiti in Italia assieme al Mar Ligure, in questo momento”.

Non si tratta comunque di un record assoluto: “Quella del 2003 fu un’altra annata terribile”. Il Cnr Irsa di Taranto ha cinque stazioni fisse nel Mar Piccolo dotate di termometri: con intervalli di tempo prefissati, i ricercatori vanno a scaricare manualmente i dati per analizzarli e valutare l’evoluzione della temperatura. “Da anni facciamo misurazioni e si rileva una tendenza all’aumento nel Mar Piccolo, anche se minima”, spiega Cecere.

Negli ultimi 15 anni la temperatura è cresciuta di un grado. “Il fenomeno dell’aumento delle temperature delle acque rientra nel riscaldamento globale e il Mediterraneo ne risente più degli altri mari perché è relativamente chiuso ed è soggetto a uno scarso ricambio idrico“. E questo causa diversi effetti negativi: “In primis si azzera il termoclino, cioè lo stato di transizione fra lo strato rimescolato di superficie, più caldo, e quello di acqua profonda, più freddo: non c’è più questo rimescolamento e si scaldano anche le acque più profonde. Diventa tutto uniformemente caldo, dunque non c’è più la risalita dell’acqua più ricca d’ossigeno e nutrienti”.

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