Imprenditore arrestato, il giorno dopo l’agguato la denuncia alla Dia: “Francavilla mi ha dato un ultimatum di 15 giorni”

Il giorno successivo all'agguato al boss Antonello Francavilla avvenuto il 2 marzo scorso a Nettuno, dove il noto esponente della consorteria crim

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Il giorno successivo all’agguato al boss Antonello Francavilla avvenuto il 2 marzo scorso a Nettuno, dove il noto esponente della consorteria criminale era ristretto ai domiciliari (in quella circostanza rimase gravemente ferito anche il figlio 15enne), l’imprenditore edile di Foggia, Antonio Fratianni, trasferito in carcere questa mattina con l’accusa di essere l’autore materiale del duplice tentato omicidio, si era recato presso gli uffici della sezione operativa della Dia di Foggia per denunciare di essere vittima – da molti anni – di estorsione da parte di Antonello Francavilla , il quale, un mese prima, a Nettuno, lo avrebbe minacciato puntandogli un coltello alla gola e dandogli un ultimatum di 15 giorni che sarebbe scaduto qualche giorno dopo l’agguato.

Tuttavia, in quella occasione, secondo le primissime ricostruzioni, a sparare sarebbero stati due finti poliziotti, che avrebbero simulato un controllo domiciliare. A seguito del gravissimo episodio, la squadra mobile di Foggia aveva avviato controlli e perquisizioni mirate .

Episodio che Fratianni aveva confermato agli inquieenti anche il 26 giugno, giorno in cui Emiliano Francavilla & Co. avrebbero dovuto ucciderlo nei pressi del casello autostradale della Zona Industriale . L’omicidio fu sventato dalla squadra mobile. L’imprenditore edile sapeva benissimo di trovarsi in pericolo di vita. “Lo so fin da quando ho incontrato l’ultima volta a Nettuno Francavilla Antonello nel mese di febbraio scorso. In quella occasione, dopo avermi minacciato con un coltello puntato alla gola, mi diede un ultimatum di 15 giorni che sarebbe scaduto qualche giorno dopo l’agguato di cui rimase vittima con il figlio a Nettuno, scaduto il quale, senza che gli avessi portato i soldi e ottemperato alle sue altre richieste, aveva dato ordine ai suoi complici su cosa farmi”.

Un rapporto, quello con Antonello Francavilla, nato sulla scorta della sua prima professione da termoidraulico. “In seguito, nello svolgimento della mia attività di imprenditore edile, nel periodo dal 2010 al 2012, Antonello Francavilla, pur non avendo alcun rapporto lavorativo con me, mi chiedeva gentilmente di non partecipare e non accettare lavori riguardanti opere edili nell’ambito ferroviario. Mi consigliava espressamente di rifiutare i lavori anche in subappalto e di mantenere solo quelli di segnalamento ferroviario“. Qualche anno dopo il boss 45enne e Roberto Sinesi avrebbero finanziato Antonio Fratianni al fine di acquistare dei terreni e che in cambio, oltre alla restituzione di parte dei soldi, avrebbe dovuto cedere un appartamento e un locale pagandone direttamente il mutuo.

Già nell’agosto del 2021, tramite la moglie, dall’abitazione del litorale romano, il noto esponente del clan aveva fatto recapitare una lettera/pizzino alla vittima, invitandola con urgenza a recarsi da lui senza telefono e con un mezzo non suo. In una seconda lettera gli avrebbe chiesto almeno 50mila euro per soddisfare “sue necessità non rinviabili” e di “rientrare” di una somma verosimilmente riconducibile a un “pregresso finanziamento iniziale di 500mila euro in contanti”.

Il pizzino ricevuto tra la fine di luglio e l’inizio di agosto 2021, era stato consegnato da Fratianni al personale della Dia del capoluogo dauno il 31 marzo 2022 ad integrazione della denuncia sporta il 3 dello stesso mese, nel corso della quale l’imprenditore edile aveva consegnato una seconda lettera/pizzino fattagli recapitare alcuni mesi dopo dal primo incontro a Nettuno. Era noto agli inquirenti che Fratianni sapesse la via del domicilio di Antonello Francavilla, dove per interposta persona, era stato invitato a recarsi “al fine di interloquire con lui in relazione a dei soldi che mi aveva chiesto con uno scritto che mi era stato consegnato a mano nel mese di settembre da sua moglie”.

L’incontro era avvenuto dopo la seconda missiva. “Antonello Francavilla mi aveva invitato a raggiungerlo a Nettuno, al medesimo indirizzo, dove effettivamente l’ho raggiunto, trovandolo in compagnia del figlio, alla presenza del quale mi chiese un aiuto economico e anche di fornirgli un elenco dettagliato di imprese e appalti, riferito agli ultimi 10 anni, nell’ambito ferrroviario, nel quale lavoro con la mia azienda”. 

Antonio Fratianni si recherà a Nettuno il 21 febbraio con un’altra vettura, il cellulare in modalità aereo, indossando un berretto e una mascherina.

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