Sorpresa nel turismo, la Puglia non è più da record: a luglio meno presenze del previsto. Confindustria: “Colpa dei rincari”

Dopo un mese di giugno incoraggiante sotto l'aspetto delle presente turistiche nel Salento e in Puglia più in generale, una delle destinazioni più des

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Dopo un mese di giugno incoraggiante sotto l’aspetto delle presente turistiche nel Salento e in Puglia più in generale, una delle destinazioni più desiderate dagli italiani, gli operatori del settore segnalano un sensibile calo delle prenotazioni iniziato da circa tre settimane, ma che continua a persistere. Il dato è emerso da un confronto tra le varie associazioni di categoria.

Da quasi un mese a questa parte notiamo un calo delle prenotazioni che non ci aspettavamo – dice il presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce, Giovanni Serafino – e che si traduce, ovviamente, in una flessione delle presenze nelle strutture turistiche. La situazione sembra piuttosto generalizzata in Puglia, che comunque resta una delle mete più ambite. Negli hotel, quando siamo ormai a fine luglio, ci sono ancora camere libere e non si è visto il tanto atteso tutto esaurito”.

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Migliori sono, invece, le prospettive per il prossimo mese. “Il pienone, comunque, ci sarà – prevede Giovanni Serafino – a partire dal 6 agosto e andrà avanti per alcune settimane”.

Le conseguenze del conflitto armato in Ucraina, tra cui l’aumento dei prezzi di gas, carburanti ed energia elettrica, sembrano essere le cause principali del calo dei flussi turistici, alle quali si aggiunge l’incertezza determinata dalla crisi di governo. “Anche se c’è molta voglia di riprendere una vita normale dopo le fasi più acute della pandemia, gli italiani devono fare i conti con il portafoglio – ravvisa Giovanni Serafino – perchè, tornando a casa dopo le vacanze, troveranno bollette molto più care da pagare. Inoltre, sono aumentati anche i prezzi dei voli. Quelli delle strutture ricettive hanno subito un incremento medio di almeno il venti per cento come conseguenza del caro bollette. Non si possono, tuttavia, biasimare gli albergatori, in quanto obbligati a ritoccare i prezzi al rialzo soprattutto a causa dei costi dell’energia elettrica. Per questo gli hotel non praticano più la formula last minute, inoltre persistono le difficoltà a reclutare personale”.

Ci si aspettava di più dal turismo interno in questo periodo, che ha subito un calo proprio a causa della situazione di incertezza dovuta ai rincari, secondo gli operatori turistici. Giovanni Serafino fa un esempio: “Raggiungere una meta turistica come la Puglia, partendo in auto dalla Lombardia, ha un costo notevolmente maggiore rispetto allo scorso anno a causa del caro carburante. Il viaggio diventa, quindi, impegnativo sotto l’aspetto economico e ciò scoraggia il turista. Inoltre, dai ristoratori apprendiamo che i turisti spendono sempre meno e le famiglie rinunciano sempre più spesso anche alla serata in pizzeria. La crisi di governo ha poi peggiorato le cose aumentando il sentimento di incertezza. In definitiva, senza accorgercene, stiamo vivendo una fase di falso benessere”, conclude Giovanni Serafino.

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