A volte sembra davvero strano come il caso possa creare bizzarre coincidenze. Mentre sfoglio un romanzo del 1854, Viscardo da Manfredonia, in cui
A volte sembra davvero strano come il caso possa creare bizzarre coincidenze. Mentre sfoglio un romanzo del 1854, Viscardo da Manfredonia, in cui mi sono imbattuta casualmente attratta dal titolo, trovo in una pagina la descrizione della statua equestre di re Manfredi. Sì, proprio quella che c’è oggi in città.
Cosa c’è di strano in tutto questo? Il romanzo è stato scritto e pubblicato quasi 200 anni prima che la statua equestre (ovvero a cavallo) di re Manfredi, fortemente voluta dall’allora sindaco Angelo Riccardi, fosse ideata e realizzata nel 2015 dall’artista lucerino Salvatore Lovaglio ed installata a Manfredonia tra il castello e la spiaggia libera. Saputa di questa coincidenza, lo stesso Lovaglio, che ignorava l’esistenza del romanzo, ne è rimasto stupito.
Viscardo da Manfredonia venne stampato a Napoli nel 1854. L’autore è Francesco Prudenzano, pugliese originario di Manduria e la storia narrata è molto simile a quella dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, ambientata però sul golfo di Manfredonia ed i nostrani Renzo (il protagonista Viscardo) e Lucia (la donzella Gabriella) vivono rispettivamente nel Castello di Manfredonia ed in quello di Monte Sant’Angelo. La narrazione è immaginata ai tempi del drammatico sbarco dei turchi del 1620 che misero a ferro e fuoco la città sipontina.
A Manfredonia “la luna non ancora era disparita dal firmamento. Ei vide al moriente suo raggio torreggiar la statua equestre d’un guerriero: la statua in bronzo di Re Manfredi”, si legge.
La descrizione che l’autore fa della nostra terra nel suo romanzo è ricca di dettagli che fanno supporre sia stato più volte a Manfredonia. Nel suo libro scrive anche che la statua “fu inaugurata nel secolo XIII fuori le mura, con una mano al brando e l’altra sul cuore, in atto di guardar l’Adriatico”. In realtà non risulta da alcun documento storico che vi sia mai stata una statua dedicata a re Manfredi prima del 2005. Evidentemente, l’autore colse il desiderio dei manfredoniani di omaggiare il loro re e lo traspose nel suo romanzo, dando vita ad una piccola profezia.
Ed a proposito di questo, dalla pagina web dedicata all’artista sipontino dell’Ottocento Matteo Barboni, ecco spuntare una bozza della statua che proprio a Barboni venne commissionata nel 1875, ma che non venne mai realizzata.
E voi, quale Re Manfredi preferite?
Maria Teresa Valente
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