Siccità, via libera allo stato emergenza per cinque Regioni

L’emergenza siccità preme. Allo stato attuale, si delinea da parte del Governo un’operazione in due tappe. È durata una manciata di minuti il Consig

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Siccità, è emergenza da Nord a Sud. La situazione regione per regione

L’emergenza siccità preme. Allo stato attuale, si delinea da parte del Governo un’operazione in due tappe. È durata una manciata di minuti il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. La riunione ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza «in relazione alla situazione di deficit idrico in atto nei territori delle Regioni e delle Province autonome ricadenti nei bacini distrettuali del Po e delle Alpi orientali, nonché per le peculiari condizioni ed esigenze rilevate nel territorio delle regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. Presente alla riunione il premier Mario Draghi, di ritorno da Canazei, dove ha visitato la centrale operativa che sta coordinando le operazioni di soccorso e di ricerca sulla Marmolada, dopo la tragedia scaturita dal crollo di un seracco. Le amministrazioni regionali chiedono primi sostegni e ristori per gli agricoltori alle prese una drammatica assenza di piogge.

Il riparto dei fondi

Lo stato di emergenza è volto a fronteggiare con mezzi e poteri straordinari la situazione in atto, con interventi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata, e al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche. Per far fronte ai primi interventi sono stati stanziati 36.500.000 euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali, così ripartiti: 10.900.000 euro all’Emilia-Romagna; 4.200.000 euro al Friuli Venezia Giulia; 9.000.000 euro alla Lombardia; 7.600.000 euro al Piemonte; 4.800.000 euro al Veneto. All’esito di ulteriori approfondimenti potranno essere adottate ulteriori deliberazioni per il completamento delle attività o per l’avvio di nuovi e diversi interventi.

Il dossier della nomina del Commissario straordinario

Oltre al via libera al nuovo provvedimento sul tavolo della prossima riunione del Consiglio dei ministri, ci sarà la nomina del Commissario straordinario che sarà chiamato a coordinare gli interventi strutturali previsti dal decreto. In queste ore si cercano le risorse per le coperture. Nella bozza del decreto circolato nei giorni scorsi se ne individuano «venti prioritari» da realizzare «entro e non oltre» il 2024 per mitigare i danni. Il Commissario straordinario, che si avvarrà di una struttura composta da 30 unità, potrà contare dello strumento dell’ordinanza in deroga per realizzare con maggiore celerità gli interventi di ammodernamento volti alla riduzione delle perdite d’acqua. Verificherà inoltre l’adozione da parte delle Regioni delle misure per razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi della risorsa idrica. E segnalerà le inadempienze dei gestori.

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