SOLITARIA e silenziosa va raccogliendo carta, plastica, bottiglie, rifiuti e quant’altro abbandonato stoltamente da sciagurati c
SOLITARIA e silenziosa va raccogliendo carta, plastica, bottiglie, rifiuti e quant’altro abbandonato stoltamente da sciagurati concittadini, nel fossato che si apre attorno alla torre Santa Maria, un cimelio tra i pochi rimasti delle antiche mura manfredine della città. Ormai curva sotto il peso dei suoi 86 anni, Lucia Pasqua è stata per una vita valida infermiera al reparto medicina dell’ospedale San Camillo De Lellis di Manfredonia. Ora vive sola e spende il suo tempo nell’opera meritoria di ripulire quella piccola oasi di verde nel cuore della città, ristrutturata con aiuole e panchine che si apre tra il torrione e un tratto di via Antiche mura, nel centro cittadino, che, manco a dirlo, è uno dei luoghi preferiti per abbandonare spazzature di ogni genere. Se non fosse per lei l’immondizia si accumulerebbe a più non posso. Ogni volta fa il giro dell’area e riempie le buste dei rifiuti raccolti pazientemente che poi deposita sotto un albero di via Antiche mura, in corrispondenza dell’ufficio della Posta centrale, dove i netturbini dell’Ase le prelevano.
UN SERVIZIO encomiabile, svolto senza clamori, senza che nessuno abbia pensato ad emissioni di autoreferenziali comunicati, senza scatti di stucchevoli selfie diffusi sui social, insomma senza interessi di circostanza: solo quello di tenere dignitosamente in ordine un pezzo di città che fa parte della storia cittadina. A muovere Lucia è infatti solo l’amore per la propria città, la cura per il mantenimento di un doveroso decoro in un luogo che richiama tante clamorose vicende storiche. L’unico segmento superstite dell’intero perimetro della cinta di mura eretta da re Manfredi a protezione della nascente città. Una delle caratteristiche della Manfredonia medievale andata perduta per la trascuratezza, se non proprio l’indolenza dei manfredoniani che hanno maldestramente distrutto un patrimonio storico e culturale che oggi avrebbe anche un valore monetario per il suo ricercato appeal turistico.
DI LUCIA, della raccoglitrice solitaria di immondizia, della sua storia, del suo impegno sociale, non si saprebbe nulla se a scovarla mentre era intenta al suo “lavoro”, non fosse stato l’onnipresente Giuseppe Marasco nel corso dei suoi consueti giri per il territorio a caccia di depositi di rifiuti e di brutture da segnalare alle competenti autorità.
«NON mi ha chiesto nulla, ma solo se poteva far parte degli ispettori ambientali volontari Civilis per allargare il suo campo d’azione, ha spiegato» racconta Marasco che ha pensato bene di conferirle un attestato di benemerenza per meriti ambientali. «È il meno che si merita: un riconoscimento pubblico della sua generosità per la città, un esempio da segnalare».
Michele Apollonio
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