Fisco, dai pagamenti con il Pos in arrivo 7 miliardi di dati

La sfida più dura sarà quella di sfruttare al meglio la potenzialità di una (ulteriore) valanga di informazioni in arrivo. Sette miliardi di operazi

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La sfida più dura sarà quella di sfruttare al meglio la potenzialità di una (ulteriore) valanga di informazioni in arrivo. Sette miliardi di operazioni pagate con il Pos. Sono i dati che il Fisco si prepara ad accogliere ogni anno, grazie alla modifica introdotta con il decreto Pnrr2 (Dl 36) pronto a riprendere l’esame in commissione al Senato e in tempi risicatissimi visto che la conversione dovrà avvenire entro il prossimo 29 giugno.

Una modifica che elimina ogni ambiguità sulle operazioni da comunicare a carico dei gestori di carte e bancomat. Le transazioni andranno, infatti, trasmesse tutte all’Anagrafe tributaria a prescindere se l’acquisto sia effettuato da un privato cittadino o da un operatore economico con partita Iva. La finalità non è schedare i consumi, tanto è vero che il dato di chi paga non sarà oggetto di comunicazione. Si punta piuttosto a stanare il sommerso e, con la messa a disposizione del pacchetto di informazioni alla Guardia di Finanza, anche il riciclaggio.Il flusso giornaliero potrà consentire al Fisco un’analisi del rischio più accurata, cercando anche di setacciare possibili anomalie in esercenti, negozianti, professionisti. Tra queste la presenza di pochissime o ridotte operazioni ma per un controvalore elevato, che potrebbero far scattare il sospetto di evasione o riciclaggio.Come anticipato, stando agli ultimi dati della relazione annuale di Banca d’Italia, il numero delle operazioni con carte di pagamento sfiora quasi quota 7 miliardi, una cifra che ha subito un ulteriore balzo in avanti nel corso del 2021. Del resto, come sottolineato anche dall’ultima analisi dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, i pagamenti digitali hanno raggiunto nel loro complesso un controvalore di 327 miliardi di euro con una crescita del 22% rispetto al 2020.Resta, però, l’anomalia tutta italiana almeno nel confronto con il resto dell’area euro (si veda la tabella in pagina). A fronte del valore più alto per numero di Pos fa da contraltare il numero più basso di operazioni per terminali. Quasi che la fredda statistica confermi la vulgata comune che a volte, quando si chiede di pagare con il Pos, ci si imbatte con terminali fuori servizio o con altre giustificazioni con cui viene negato il pagamento con moneta elettronica.

Per cercare di ridurre queste situazioni, tra gli obiettivi del Pnrr è entrata anche la spinta (ennesima) alla tracciabilità. La scelta del Governo è stata quella di anticipare al 30 giugno (rispetto alla precedente decorrenza) la doppia sanzione per chi rifiuta i pagamenti con carta o bancomat: 30 euro a cui si aggiunge il 4% del valore della transazione negata. Una misura di bandiera più che altro, in quanto la strada per la sua applicazione non sembra certo semplice: presuppone che il cliente denunci e quindi perda tempo e risorse.

Senza dimenticare comunque che ci sono specificità che andrebbero considerate e “pesate” meglio per evitare situazioni paradossali. È il caso soprattutto delle attività professionali, per cui scatterà questa sanzione ma per cui generalmente le modalità di pagamento tracciato da parte dei clienti avvengono tramite bonifico.

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