«Ancora una volta si vuole continuare a regalare l’acqua del Molise alla Puglia». E’ la denuncia lanciata dall’ex consigliere regionale Salvatore
«Ancora una volta si vuole continuare a regalare l’acqua del Molise alla Puglia». E’ la denuncia lanciata dall’ex consigliere regionale Salvatore Ciocca che su questo tema preannuncia la presentazione di un esposto alla magistratura. Ciocca prende spunto da una delibera della giunta regionale dello scorso 3 giugno (la numero 165) con la quale l’esecutivo ha dato mandato al presidente Toma di nominare un nuovo commissario straordinario con il compito di riunire i vari Consorzi di bonifica della regione in un nuovo e unico Consorzio di bonifica del Molise. «In questa nomina che dovrebbe avere come unico scopo l’accorpamento dei vari Consorzi – afferma Ciocca – si nasconde invece il tentativo di interconnessione del Liscione con Finocchito e cioè svuotare ancora il Molise di acqua a favore della Capitanata, significa continuare a regalare acqua alla Puglia».
Per questo l’ex consigliere si chiede: «Può il presidente fare tutto con una delibera considerato che l’acqua è patrimonio indissolubile dei molisani e la sua gestione è di competenza di Molise Acque e del Consiglio regionale? Proprio il Consiglio – prosegue – viene di fatto espropriato di questo potere. Nella delibera si parla di gestione dell’eventuale sistema Molise e della Capitanata, quindi noi molisani interveniamo anche a favore di un’altra regione senza alcun ristoro. Non basta quello che già stanno prendendo ogni giorno da 40 anni dalla diga di Occhito, ora gli andiamo a riempire – protesta l’ex consigliere – anche una nuova diga con la nostra acqua. Già in passato ho fatto un esposto su temi analoghi, ora sono pronto a farne un altro affinché decisioni di questo tipo non vengano prese da chi non può farlo». Ciocca infine mette in guardia su possibili ripercussioni anche di carattere industriale: «Vorrei ricordare che presto l’acqua al Molise servirà come il pane anche per la futura Gigafactory di Termoli, senza acqua rischiamo di perdere anche quell’investimento».
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