Balneari, la Ue incalza l’Italia.

Dopo l’accordo raggiunto tra le forze di maggioranza con cui si è sbloccato il ddl concorrenza, la strada per la liberalizzazione delle concessioni

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Dopo l’accordo raggiunto tra le forze di maggioranza con cui si è sbloccato il ddl concorrenza, la strada per la liberalizzazione delle concessioni balneari è ancora lunga e accidentata. Al Governo, cui spetterà definire entro l’anno con decreti legislativi i rimborsi a chi non si vedrà confermata la concessione dopo anni di attività, arriva l’avvertimento di Bruxelles: «I cittadini e le imprese hanno diritto a una procedura trasparente, imparziale e aperta nel decidere a quale attività commerciale dovrebbe essere assegnato il diritto di utilizzare il suolo pubblico (in questo caso le spiagge) per offrire i propri servizi», ha dichiarato un funzionario della Commissione europea all’agenzia LaPresse.

Se queste condizioni non verranno rispettate, l’esecutivo europeo potrebbe confermare la procedura d’infrazione avviata nei confronti dell’Italia nel 2020 e ribadita nel novembre 2021. Ma sulle concessioni balneari è scattato ad aprile anche il “cartellino giallo” nei confronti del Portogallo, “accusato” di aver una normativa che favorisce i concessionari uscenti.

L’iter e i tempi

Ma intanto, prima del verdetto europeo, il governo dovrà affrontare l’iter parlamentare. Che, nonostante l’intesa siglata, potrebbe essere complicato. Lo scioglimento dell’ultimo nodo, la definizione degli indennizzi per le aziende che dopo anni di attività non ottengono il rinnovo della concessione: se ne occuperà il governo (entro fine anno) con i decreti attuativi dei ministeri dello Sviluppo economico e del Turismo.

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