Le vittime in Italia diminuiscono del 15% nel primo quadrimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma non c’è niente da fes
Le vittime in Italia diminuiscono del 15% nel primo quadrimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma non c’è niente da festeggiare perché i morti sul lavoro restano tanti, troppi: 261. E la Puglia ha ancora meno motivi per sorridere visto che si conferma tra le regioni a più alto rischio di incidenti assieme a Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Toscana. Non solo: la provincia di Foggia, lo scorso gennaio quinta in rapporto alla popolazione lavorativa (aveva registrato due infortuni mortali), diventa la maglia nera in Italia per incidenza di casi fatali. Dall’inizio dell’anno i caduti sul lavoro in Capitanata sono già sei. Tira un sospiro di sollievo la Basilicata, che non ha registrato alcuna vittima e risulta così la regione «più sicura» del Paese.
Il rapporto, elaborato sulla base di dati dell’Inail, è dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre, che fornisce una mappatura dei territori a più alto rischio sul modello della colorazione utilizzata per la pandemia Covid. In «zona rossa» al termine del primo quadrimestre del 2022, con un’incidenza di incidenti mortali maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 8,5 morti ogni milione di lavoratori), sono Puglia, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige e Toscana. In zona arancione si collocano Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Marche e Piemonte.
In zona gialla Sicilia, Sardegna e Lazio. In zona bianca, assieme alla Basilicata, Calabria, Campania, Umbria, Friuli Venezia Giulia e Liguria. In numeri assoluti, invece, il maggior numero di vittime sul lavoro (37) si è registrato in Lombardia, la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia. Seguono Veneto (20), Toscana (18), Emilia Romagna (17), Lazio e Piemonte (16), Puglia (13), Trentino Alto Adige (12), Sicilia e Campania (9), Marche (6), Abruzzo (5), Sardegna (4), Calabria (3), Umbria (2), Molise, Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Liguria (1).
Le province
Dopo Foggia, che ha il più alto tasso italiano di incidenza di infortuni mortali in rapporto alla popolazione lavorativa (36.1 su 166.039 occupati), la graduatoria delle province pugliesi più insicure vede sul podio Taranto, 28.ma in Italia. In quattro mesi si sono contate due vittime con un’indice del 12,7 sui 157.737 occupati. Seguono: Brindisi, 45.ma con una vittima (indice di 8,4 su 118.927 occupati); Bari, 53.ma con 3 vittime (indice 7,2 su 416.249 occupati); Lecce (68.ma con un morto, indice 4,2 su 235.614 occupati); Bat, 74.ma (nessun incidente mortale). Va sottolineato che questa rilevazione non tiene conto degli incidenti mortali in itinere, mentre viene raggiunto il posto di lavoro. Sulle 261 vittime registrate da gennaio ad aprile 2022, 191 sono quelle rilevate in occasione di lavoro, in diminuzione rispetto ad aprile 2021 (- 26%), 70 quelle a causa di un incidente in itinere (+ 46% rispetto al 2021). Un incremento – ritiene l’Osservatorio – probabilmente dovuto alla ripresa degli spostamenti per recarsi da casa a lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il Covid limitava ancora le attività produttive.
I settori a rischio
Il settore trasporto e magazzinaggio conta anche nel primo quadrimestre il maggior numero di decessi: 29 (erano 18 nel primo quadrimestre del 2021). Seguono costruzioni (27) e attività manifatturiere (21).
Il commento
«Se il decremento del 15 % rispetto allo scorso anno della mortalità sul lavoro rappresenta un dato confortante – premette Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro Vega Engineering – bisogna precisare che in questi numeri sono completamente spariti gli infortuni mortali per Covid. Se nel primo quadrimestre del 2021 – chiarisce – ne erano stati conteggiati circa 187, quest’anno, nello stesso periodo, ne sono stati conteggiati circa 10. Questo spiega la forte diminuzione degli infortuni mortali, in contrasto con un netto aumento, del 48%, delle denunce di infortunio. Sono 261 i lavoratori che hanno perso la vita. Più di due morti sul lavoro al giorno: una tragedia che non conosce fine».
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