RARAMENTE era successo che nel consiglio comunale di Manfredonia la minoranza dei consiglieri abbandonasse l’aula in disaccordo con le decisioni d
RARAMENTE era successo che nel consiglio comunale di Manfredonia la minoranza dei consiglieri abbandonasse l’aula in disaccordo con le decisioni della maggioranza. Ebbene a Manfredonia, nell’era amministrativa Rotice, è successo anche questo e su un punto sul quale pareva del tutto scontata una intesa univoca. Ma così non è stato, tanto da arrivare all’estrema conseguenza di una netta frattura fra i due schieramenti con l’abbandono dell’aula da parte della minoranza.
POMO della discordia il conferimento della cittadinanza onoraria al 21° Reggimento artiglieria terrestre “Trieste” di Foggia. L’accapo faceva parte dell’odg dell’ultimo consiglio comunale. Quando è arrivato il turno della discussione, la minoranza per bocca di Gaetano Prencipe, ha eccepito che la proposta era mancante del prescritto iter istruttorio così come prevede l’apposito regolamento comunale approvato all’uopo. Nulla da eccepire, è stato ben chiarito, sulla iniziativa lodevole e opportuna dati i valorosi meriti acquisiti dal 21° Regimento Trieste, uno dei forti e valorosi capisaldi dell’esercito italiano sin dalla sua costituzione nel 1888, e dal 2001 trasferito alla Brigata meccanizzata “Pinerolo” di Foggia. «È una questione – ha osservato – di legalità: il provvedimento è stato portato in consiglio senza la dovuta istruttoria, senza che se ne fosse parlato in commissione, senza il coinvolgimento del consiglio. I regolamenti vanno rispettati, le istituzioni si fondano sulle regole».
NON c’è stato verso di far valere le ragioni del rispetto delle regole. La maggioranza è rimasta arroccata sulle proprie posizioni sorda ad ogni possibile soluzione da regolamento. È stato ribadito «dopo attenta riflessione» che andava bene così. A quel punto Schiavone ha annunciato l’uscita dall’aula della minoranza: «non ce la sentiamo – ha spiegato – di andare contro il regolamento».
È SCONFORTANTE dover prendere atto dele chiusura ermetica della maggioranza Rotice a qualsiasi apertura, e ce ne sono state diverse, da parte della minoranza. Si sperava e confidava che con la nuova formazione di governo si recuperasse quella pax orribilmente massacrata in campagna elettorale; che tra le parti, magari anche quelle non approdate in consiglio, si instaurasse un rapporto di cordialità da riverberare tra la gente; che si unissero le idee e le forze per superare la crisi morale ed economica che serpeggia inesorabilmente. Niente di tutto questo, ma solo dispute, battibecchi, liti portate anche fuori dagli scranni consiliari.
È SUCCESSO anche questo a margine dell’ultimo consiglio comunale. A innescarla i consiglieri comunali delle liste “Strada facendo” e “Io voto Gianni” che in un comunicato emesso a consiglio comunale chiuso, hanno accusato «l’opposizione imbambolata» di aver votato «contro le agevolazioni per i cittadini sul fronte tributi». Immediata la replica dei “Progressisti dem” che ricordano come «il provvedimento è stato votato alla “unanimità il che vuol dire – spiegano – che la norma sulla rateizzazione è stata votata anche da tutte le opposizioni, compresi i consiglieri Progressisti dem». Su alcuni altri si sono astenuti ravvisando delle imperfezioni nei dispositivi. «Tutto ci saremmo aspettati – rintuzzano i dem – fuorché l’assurda accusa con toni puerili e insultanti, di aver votato contro la rateizzazione». Si è insomma lontani da quelle buone pratiche che dovrebbero essere a modello di un consesso pubblico con la responsabilità di governare una città.
Michele Apollonio
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