Reddito energetico: in Puglia fino a 8500 euro a famiglia per abbassare i costi energetici

A partire dal 25 maggio sarà possibile presentare le domande di prenotazione per poter accedere al Reddito Energetico, misura che rientra tra i ma

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A partire dal 25 maggio sarà possibile presentare le domande di prenotazione per poter accedere al Reddito Energetico, misura che rientra tra i maggiori obiettivi del programma di governo regionale, rivolta ai nuclei familiari con Isee inferiore ai 20mila euro. Ad illustrare nel dettaglio le opportunità offerte dal Reddito Energetico il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci, il deputato del M5S, Riccardo Fraccaro, ideatore della misura, l’ex consigliere regionale Antonio Trevisi, primo firmatario della legge con cui è stato istituito il Reddito Energetico, e il capogruppo del M5S, Marco Galante. “Sono orgoglioso della legge pugliese sul reddito energetico – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – frutto di una proficua collaborazione tra la coalizione per la Puglia e il Movimento 5 Stelle per rispondere al caro bollette attraverso la diffusione di dispositivi di autoproduzione energetica che non hanno un grosso impatto ambientale e permettono di ridurre i costi energetici. Nello specifico stiamo avviando una specie di fondo a disposizione delle famiglie pugliesi, per ora per quelle sotto 20mila euro di Isee, al fine di realizzare impianti che autoproducano energia per la famiglia stessa ma che contemporaneamente possano cedere l’energia in surplus alla rete energetica. Con quello che si guadagna con tali immissioni in rete si costituisce un fondo che si allarga man mano che questa misura avrà bisogno di altro finanziamento. L’obiettivo è che l’Italia sposi questa misura al fine di renderla sempre più indipendente per il suo fabbisogno energetico”.

“La Regione Puglia – ha dichiarato Riccardo Fraccaro – ha pubblicato l’avviso per l’accesso al Reddito energetico rivolto a nuclei familiari con Isee inferiore a 20mila euro. Ora le famiglie pugliesi potranno ottenere il finanziamento per installare nelle proprie case gli impianti per produrre energia da fonti rinnovabili a basso costo. L’energia non consumata verrà venduta in rete e il ricavato andrà ad alimentare il fondo che a sua volta finanzierà altre famiglie. Complimenti a tutto il Movimento 5 Stelle Puglia, in particolare all’ex consigliere regionale Antonio Trevisi, che ha progettato questa legge nella scorsa legislatura in Consiglio regionale, e grazie anche all’attuale Giunta, che ha proseguito nell’iter per renderla una misura concreta ed efficace. Il reddito energetico è nato da un nostro primo esperimento a Porto Torres, dove con il sindaco di allora Sean Wheeler, inaugurammo ufficialmente questo modello in grado di coniugare tutela ambientale, politiche sociali e sviluppo del territorio. Durante il Governo Conte 2 mi sono adoperato perché questa misura venisse ampliata a livello nazionale e promossi lo stanziamento di 200 milioni di euro per istituire il Fondo nazionale per il reddito energetico. Stiamo lavorando affinché il Mite lo renda operativo nei prossimi mesi”.

“La Puglia è già protagonista della sfida dell’energia – ha detto l’assessore Delli Noci -. Il reddito energetico, divenuto legge grazie all’intuizione del M5S, e le comunità energetiche, insieme ad altre misure messe in campo dall’Amministrazione regionale, rappresentano degli importanti tasselli per costruire una politica dell’accumulo energetico e del chilometro zero dell’energia. In questo momento, molto complesso per le famiglie e per le imprese, è fondamentale prevedere azioni che consentano ai nostri territori di ottenere vantaggi e benefici concreti sull’energia prodotta nella nostra regione”.

Il Reddito Energetico prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto fino a un massimo di 8500 euro in favore di utenti in condizioni di disagio socio economico, finalizzati all’acquisto e all’installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture delle case dei cittadini. L’energia prodotta dagli impianti sarà autoconsumata dai cittadini per le proprie necessità, mentre quella in eccesso verrà venduta in rete e i relativi proventi saranno percepiti dalla Regione e reinvestiti per rialimentare la misura, che dispone di una dotazione finanziaria di circa 6.800.000 euro.

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