Puglia terra di «Neet»: quarta regione per giovani senza studio e lavoro

L’analisi dei giovani di Confartigianato evidenzia che «la distanza dei ragazzi italiani dal mondo del lavoro colloca il nostro Paese al primo pos

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Puglia terra di «Neet»: quarta regione per giovani senza studio e lavoro

L’analisi dei giovani di Confartigianato evidenzia che «la distanza dei ragazzi italiani dal mondo del lavoro colloca il nostro Paese al primo posto nella Ue per la maggiore percentuale di «Neet», ossia persona, soprattutto di giovane età, che non ha né cerca un impiego e non frequenta una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale. L’analisi nello specifico riguarda persone tra 15 e 29 anni, che non studiano e non sono disponibili a lavorare le percentuali più alte sono in Sicilia con il 36,3%, poi Campania (34,1%), Calabria (33,5%), Puglia (30,6%), Molise (27,7%); le più basse nella Provincia autonoma di Bolzano (13,3%), in Veneto (13,9%) e Emilia Romagna (15,1%).

«Non brilliamo nemmeno per l’integrazione tra scuola e lavoro» e «cresce il fenomeno della fuga all’estero dei nostri giovani; tra il 2016 e il 2020, tra i giovani italiani under 40 laureati, gli espatri superano i ritorni in Italia di 65 mila unità». Non manca la «voglia di fare impresa dei giovani italiani che ci fa guadagnare il record positivo di Paese europeo con il maggior numero di imprenditori e lavoratori autonomi under 35: ben 694mila e sono 123.321 le imprese artigiane con a capo un under 35». Servono riforme, avverte il presidente di Confartigianato Marco Granelli: «Solo investendo sulle nuove generazioni e sulla loro formazione possiamo garantire futuro al made in Italy».

L’occupazione dipendente è ancora su livelli lievemente inferiori rispetto alla seconda metà del 2021dall’inizio dell’anno il saldo è positivo con 260.000 posti di lavoro in più. Dai minimi toccati nel 2020 con la crisi Covid sono state recuperate oltre un milione di posizioni lavorative e dai dati di gennaio-aprile 2022 – diffusi da ministero del Lavoro, Anpal e Banca d’Italia – emerge un primos segnale positivo di ripresa dei contratti a tempo indeterminato e del lavoro nel turismo. La sostanza è il gap scuola-lavoro: «non si trovano 635mila giovani da assumere»

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