Mai come quest’anno abbiamo bisogno di grano”. A Foggia l’evento internazionale Durum Days 2022

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Foggia e la Capitanata granaio d’Italia. È proprio qui che si produce il miglior grano duro e le più consistenti quantità. Nonostante i diversi problemi che attanagliano il settore la provincia di Foggia resta l’areale più importante per la coltivazione di questo importante cereale. Se ne è parlato presso la Camera di commercio di Foggia nell’ambito dell’evento internazionale Durum Days 2022. L’iniziativa, giunta alla settima edizione, si propone di fare il punto sulla produzione di grano attesa in Italia e nel mondo e di avviare un confronto sul mercato del grano duro con la partecipazione delle principali organizzazioni della filiera, rappresentanti della parte agricola e di quella industriale. Nell’occasione sono state rese note le analisi relative alla campagna 2022 con una sessione tecnica dedicata alle tematiche legate alla ricerca e sviluppo in ambito agricolo. La giornata foggiana si è chiusa con una tavola rotonda con i principali esponenti della filiera sui temi congiunturali.

Ma come andrà in Capitanata? “Mai come quest’anno – afferma il responsabile del CREA di Foggia, Pasquale De Vita – regna l’incertezza. Le semine sono partite in maniera scalare con semine posticipate anche a gennaio, in un periodo non ottimale. E questo già in partenza ha causato i primi problemi. Poi una primavera fredda che ha rallentato il ciclo, ora il caldo eccessivo che chiaramente stressa la pianta con il rischio che la spiga del grano a giugno non si riempirà con eventuali limitazioni di produzione”. Alla tavola rotonda è intervenuto anche il presidente nazionale di Alleanza delle Cooperative Agroalimentare, il foggiano Giorgio Mercuri. “È un momento difficile per il settore cerealicolo mondiale a causa soprattutto degli eventi internazionali. Il grano duro è condizionato da tanti fattori, in primis dal meteo. In Capitanata le piogge della scorsa settimana ci hanno fatto superare la siccità, eravamo certi di non andare a mietitura quest’anno. Ma non basta, c’è bisogno di altra pioggia per fare un buon raccolto. Mai come quest’anno abbiamo bisogno di grano. I prezzi? Nessun problema, i prezzi non subiranno nessun ribasso e si attesteranno al di sopra delle 50 euro al quintale. Piuttosto – aggiunge Mercuri – preoccupiamoci della continua svendita della pasta. Abbiamo la necessità di far capire al consumatore che pagare la pasta a 3 euro al kg non è un reato, non inciderà più di tanto nel nostro bilancio familiare. La grande distribuzione deve smetterla di fare promozione sulla pasta. Significa mortificare la filiera e soprattutto umiliare gli agricoltori che coltivano grano duro”.

Infine, ai nostri microfoni Anna Chiara Saguatti della Società Aretè che ha condotto una ricerca che non allude all’ottimismo. “Purtroppo la produzione di grano in Italia è calata a causa della siccità e delle semine tardive. Tutto questo favorirà l’esportazione soprattutto dal Nord America. Quindi aspettiamoci tanto prodotto estero sul mercato italiano”.

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