Foggiane sole e fragili vittime della ‘truffa sentimentale’

Ci sono anche alcune donne foggiane tra le 433 vittime della cosiddetta 'truffa sentimentale' o 'internet romance scam', ovvero lo squallido tenta

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Ci sono anche alcune donne foggiane tra le 433 vittime della cosiddetta ‘truffa sentimentale’ o ‘internet romance scam’, ovvero lo squallido tentativo di sfruttare le fragilità di persone sole per spillare loro denaro. Tanto denaro. Le vittime, è emerso, sono tutte donne sole e in un momento complicato della loro vita, raggirate da truffatori senza scrupolo che si fingevano professionisti, appartenenti alle forze dell’ordine o addirittura vip e  cantanti famosi.

Il castello di bugie è crollato all’alba di oggi, quando i carabinieri di Savona hanno arrestato 19 persone – tutti cittadini nigeriani tra i 22 e 42 anni – con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio internazionale di denaro. I fermati, stando a quanto ricostruito dalle indagini, sarebbero coinvolti in centinaia e centinaia di raggiri messi a segno in tutta Italia, con un giro d’affari stimato in oltre 5 milioni di euro.

i truffatori erano specializzati nella ‘truffa sentimentale’: nella loro rete, si legge in una nota dell’Arma, sono finite “donne sole di età comprese tra i 25 e gli 80 anni, psicologicamente fragili e, quindi, vulnerabili perché affette da depressione, da malattie oncologiche o croniche ed invalidanti, vedove o separate”. Una volta scelte le prede, entravano in azione gli ‘scammer’, che “fingendosi persone importanti o professionisti di alto livello” intrecciavano sui diversi social network relazioni virtuali con le vittime che venivano convinte a mandare loro dei soldi, in alcuni casi anche più di 200mila euro a persona.

Finora il lavoro degli investigatori ha permesso di identificare 433 vittime tra Savona, Genova, Imperia, Milano, Bergamo, Lecco, Varese, Torino, Alessandria, Novara, Trento, Padova, Verona, Venezia, Bologna, Arezzo, Livorno, Roma, Teramo, Napoli, Foggia, Lecce, Cosenza, Catania e all’estero. Non solo truffe romantiche, però. Perché la banda, sempre secondo le indagini, avrebbe in più occasioni colpito con la tecnica “man in the middle”. In sostanza, violando le comunicazioni delle aziende, i truffatori sarebbero riusciti a far arrivare sui proprio conti correnti dei pagamenti in realtà destinati a società, in molti casi strutture alberghiere, di Imperia, Milano, Venezie, Roma, Livorno e Napoli.Il denaro così guadagnato “era poi trasferito ad altri nigeriani residenti in provincia di Savona”, quasi tutti richiedendi asilo, senza lavoro e in tre casi destinatari del reddito di cittadinanza. Da loro – hanno accertato i militari – il denaro veniva poi “proiettato su altri conti correnti da loro opportunamente aperti, oppure su carte di credito o prelevato in contanti, infine trasferito in Nigeria con money transfer, operazioni web, hawala o di persona con voli aerei”. Nei due anni di indagine, sui conti controllati dai militari sono stati movimentati più di 5 milioni di euro.

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