CHE LA FESTA DEL LAVORO del Primo maggio non avesse più senso a Manfredonia lo si è capito da diversi anni ormai. Si è perso addirittura il ricord
CHE LA FESTA DEL LAVORO del Primo maggio non avesse più senso a Manfredonia lo si è capito da diversi anni ormai. Si è perso addirittura il ricordo di quella ricorrenza che celebrava l’attività principe dell’uomo, vale a dire il lavoro. E non perché l’uomo si sia stancato di fare festa, bensì più semplicemente e più realisticamente, perché di lavoro non ce n’è più o quanto meno non nella misura e nella intensità che le feste del lavoro che si inscenavano nei passati Primo maggio, facevano intendere.
EVOLUZIONE dei costumi? Forse. Certo è che c’è ben poco o niente per fare festa. Le ultime manifestazioni dedicate al lavoro e ai lavoratori, risalgono agli Anni ottanta quando lavoro a Manfredonia si identificava con Enichem. I sindacati con la triade Ccil-Cisl-Uil, erano molto presenti e attivi. Il Primo maggio lo si celebrava con affollati cortei per le strade, sventolii di decine di bandire, cori, discorsi di sindacalisti in piazza. Una festa cittadina. Era quella l’ultima evoluzione delle celebrazioni del Primo maggio di inizio secolo scorso quando contadini, muratori, e in seguito anche pescatori, le classi operaie per eccellenza, facevano festa quasi di soppiatto nelle campagne fuori città. Il fascismo abolì ogni riferimento ai lavoratori. Che tornarono a calcare le strade e le piazze dopo la Seconda guerra mondiale organizzati e sospinti dai grandi sindacalisti che rivendicavano condizioni di lavoro e si salario più dignitosi.
LA TRASFORMAZIONE del concetto di lavoratori a Manfredonia la si ebbe con l’arrivo dell’Anic negli Anni 70. L’agognata e invidiata fabbrica del nord era approdata anche in questa parte del sud con tutto il cerimoniale di contorno, compresa la Festa del Primo maggio intesa come Festa del lavoro. La storia ha ormai scritto l’epilogo di quella esperienza confermata dall’altra grande promessa anche questa finita nel nulla, del Contratto d’area, e dunque la motivazione di festeggiare il Primo maggio. Il lavoro e i lavoratori sono praticamente spariti. Almeno quelli così come richiamati innanzi. Avanza la terza fase della festività del primo maggio, quella dedicata all’arte.
QUESTO Primo maggio 2022 inaugura l’”1M Arts Fest”, «uno spazio di condivisione che parli alla città di musica, pittura, cinema, teatro, artigianato, danza e faccia riemergere i grandi talenti del nostro territorio» promette il cartellone della manifestazione organizzata dalla “Musicall Events” e dalla “Pro loco di Manfredonia” col patrocinio del Comune di Manfredonia. «L’obiettivo è quello – spiegano gli organizzatori – di sottolineare quanta importanza rivesta l’arte nella vita di ognuno di noi e quanto sia fondamentale entrare nell’ottica che fare arte significa svolgere un grandissimo lavoro non sempre protetto e giustamente retribuito».
L’EVOLUZIONE della specie. «Questo è il nostro modo migliore – rileva Francesco Schiavone presidente della Proloco – per segnare la ripartenza di Manfredonia dopo circa due anni e mezzo di buio quasi totale l’economia della città ricomincia a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Abbiamo il dovere morale come operatori turistici di rimettere in moto l’economia della città, rendendola quanto più attrattiva possibile».
Sul palco allestito al Piazzale Diomede, si esibiranno una trentina di artisti provenienti da tutta la provincia: non solo cantanti e musicisti ma anche scultori, pittori, artigiani. Si aprirà alle undici.
Michele Apollonio
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