«Cerco urgentemente impresa alla quale cedere il credito». «Cerco qualcuno che acquisti crediti già maturati». «Azienda disposta a cedere crediti con
«Cerco urgentemente impresa alla quale cedere il credito». «Cerco qualcuno che acquisti crediti già maturati». «Azienda disposta a cedere crediti con percentuale del 35%, a condizione che i tempi siano brevi». «Azienda cede con sconto del 30%». «Ho 600mila euro nel cassetto fiscale, cedo al 28 per cento». «Vendo crediti per 220mila euro nel cassetto fiscale». «Ho sul cassetto circa 200mila euro di 90%, circa 300mila di 110% e 20mila di 50 per cento. Siete interessati?».
Sono i messaggi che, in questi giorni, appaiono su alcune delle decine di bacheche digitali che tutti i giorni si occupano di 110% e altri bonus edilizi. A pochi giorni dalla scadenza del termine, fissato per il 29 aprile, per la comunicazione delle opzioni, relative a interventi 2021 e a rate residue 2020, per la cessione del credito e lo sconto in fattura, non c’è fotografia più precisa della situazione in cui si trova il mercato.
Stop alle proroghe
Stavolta, dopo due rinvii, per i privati non ci saranno altre proroghe, perché incombono le scadenze legate alla precompilata. Così, chi si trova crediti targati 2021 nel cassetto fiscale ha davvero le ultime ore a disposizione per liberarsene: committenti e imprese che sono dietro questi annunci, molto probabilmente, non hanno la capienza fiscale necessaria a smaltire la rata 2022 in detrazione e, quindi, rischiano di perdere somme importanti. I tempi tecnici per andare in banca non ci sono più e comunque quasi tutti gli istituti attualmente non attivano nuove pratiche. Resta allora solo la strada (parecchio in salita) di una cessione tra privati.
La partita delle cessioni 2021 in ogni caso non si chiude qui. Per i soggetti Ires e per i titolari di partita Iva che sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi entro il 30 novembre ci sarà tempo fino al 15 ottobre per comunicare le opzioni, in base a una norma inserita nella legge di conversione del decreto Bollette (Dl n. 17/2022).
Questo sdoppiamento del termine per la comunicazione all’agenzia delle Entrate dell’opzione per la cessione o lo sconto in fattura sta ponendo però molti dubbi applicativi. E ciò non solo perché il testo convertito del Dl 17/2022 non è ancora approdato in Gazzetta (e la scadenza del 29 aprile si avvicina) ma anche perché il perimetro soggettivo di chi è ammesso a slittare al 15 ottobre continua ad essere molto incerto.
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