Che il governo punti forte sulla Puglia per costruire un'alternativa al gas russo non è mai stato un mistero. Ma oltre al lungo periodo - per esempio
Che il governo punti forte sulla Puglia per costruire un’alternativa al gas russo non è mai stato un mistero. Ma oltre al lungo periodo – per esempio con il potenziamento di Tap e delle rinnovabili e il progetto del gasdotto EastMed-Poseidon – adesso potrebbe diventare terra di salvezza anche in questa prima fase emergenziale. I porti di Brindisi e Taranto, in particolare, sono candidati a ospitare dal 2023 una nave per la rigassificazione del gas liquido, la cosiddetta Fsru (floating storage and regasification units) fra le soluzioni più ambite in ambito internazionale perché più veloce.A prospettarlo è stato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. “L’Italia utilizza 70 miliardi di metri cubi all’anno di gas e in questo momento dovremo probabilmente rimpiazzare 29 miliardi di metri cubi delle importazioni russe – ha detto al “Live in” di SkyTg24 da Bari – Stiamo correndo per diversificare le fonti”. E fra le opzioni più fattibili c’è quella della nave. La prima sarà operativa già dal prossimo anno. “Stiamo chiudendo, tramite Snam, per il primo semestre del 2023”. Per ospitarla, fra i candidati ci sono anche due porti pugliesi: “Si può ormeggiare in mare dove c’è un tubo del gas – ha detto Cingolani – Potrebbe essere a Taranto, Piombino, nell’alto Adriatico o Brindisi: i punti d’innesco non mancano”.Le Fsru ricevono il gas da altre navi in forma liquida. E possono attraccare in porto se c’è una banchina adeguata oppure fermarsi a qualche decina di chilometri dalla costa. Con un tubo, il gas viene immesso direttamente nella rete nazionale: può garantire cinque miliardi di metri cubi l’anno e “quando la transizione sarà andata avanti, la nave potrà essere mandata via”, ha aggiunto il ministro.Questa è un’ottima notizia – spiega il consigliere regionale pd Fabiano Amati – Agli inizi di marzo i presidenti delle autorità portuali hanno confermato la possibilità tecnica di far approdare i rigassificatori galleggianti al largo dei due porti. Adesso dobbiamo combattere la concorrenza delle altre due sedi e sarebbe bello se tutto il governo e il consiglio regionale chiedessero di scegliere la Puglia: conto di presentare una mozione già domani”.Intanto si pensa anche al lungo periodo. E da Tap confermano la necessità di aumentare la quantità di gas trasportato, senza però altri tubi: “Stiamo spremendo al massimo – ha spiegato Luca Schieppati, managing director Tap – Non serve posare un’altra tubazione, dobbiamo aumentare la compressione in Grecia e in Albania”. Attualmente possono essere trasportati 12 miliardi di metri cubi all’anno. Cingolani è intervenuto anche sulla questione rinnovabili: per soluzioni efficaci sarà necessario attendere sette o otto anni.Il governatore Michele Emiliano è possibilista sul rigassificatore (“anche se a Taranto puntiamo sull’idrogeno”) e rilancia sull’eolico: “Ci stiamo preparando. È un sacrificio per il paesaggio che affronteremo”.
COMMENTI