Sarà la portaerei «Garibaldi» della Marina militare italiana, salpata da Taranto il 15 febbraio scorso, il «cuore» e il «cervello» delle forze da sbar
Sarà la portaerei «Garibaldi» della Marina militare italiana, salpata da Taranto il 15 febbraio scorso, il «cuore» e il «cervello» delle forze da sbarco di una delle più grandi esercitazioni della Nato, la «Cold response 2022», che inizia domani in Norvegia.
In campo per l’Alleanza atlantica 30mila militari, 200 aerei e 50 imbarcazioni, a poco meno di 500 chilometri dalle coste della Russia, Paese che ha invaso l’Ucraina, nazione che rientra nella sfera di influenza occidentale. La maxi-esercitazione prevede manovre su larga scala su terra, in mare e nei cieli.
Ma la «novità politica» è la partecipazione alla «Cold Response» di militari appartenenti alle forze armate della Svezia e della Finlandia, nazioni ufficialmente non appartenenti all’Alleanza Atlantica ma che con i Paesi membri hanno avviato programmi di cooperazione militare.
E proprio sulla possibile adesione di Finlandia e Svezia alla Nato è scattato ieri il pesante monito del Cremlino: «avrebbe gravi conseguenze militari e politiche e richiederebbe alla Russia di adottare misure di ritorsione» ha affermato il direttore del secondo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Sergei Belyayev.
«È ovvio che la loro adesione all’Alleanza, che è in primo luogo un’organizzazione militare, comporterebbe conseguenze politiche e militari che richiederebbero la necessità di rivedere le relazioni con questi Paesi e adottare misure di ritorsione», ha affermato Belyayev all’agenzia di stampa Interfax. «Ma è troppo presto per parlare della natura specifica di tali misure», ha aggiunto.
«Cold Response 2022 – comunica la Nato in una nota – è una regolare esercitazione pianificata da molto tempo che la Norvegia ospita con cadenza biennale. L’esercitazione di quest’anno è stata annunciata oltre 8 mesi fa. Non è legata alla non provocata e ingiustificata invasione dell’Ucraina da parte della Russia, alla quale la Nato sta rispondendo con misure preventive, proporzionate e tese ad evitare ogni tipo di escalation».
Sta di fatto che le forze armate russe hanno rifiutato l’invito di inviare propri osservatori alle manovre, seppur invitati e che quindi alla luce della guerra in corso l’esercitazione assume la tinta di un «fronte nord» del confronto in corso.
Le «azioni preventive» per la crisi con la Russia sono state avviate dalla Nato sin dai giorni precedenti l’invasione, rinforzando le truppe di terra sul fronte dell’Est Europa, i pattugliamenti dei cieli fino al Mar Nero e al Mediterraneo centrale, dove incrociano i gruppi da battaglia delle portaerei statunitense «Truman» e francese «De Gaulle».
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