Energia, la stagione delle rinnovabili: la Puglia si prepara alla transizione ecologica. Legambiente: “Basta dire sempre no”

Parchi eolici enormi nei mari al largo delle coste pugliesi, affiancati da trivelle per estrazione del gas. Navi gasiere. E ancora, lunghi

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Parchi eolici enormi nei mari al largo delle coste pugliesi, affiancati da trivelle per estrazione del gas. Navi gasiere. E ancora, lunghissime file di nuove installazioni fotovoltaiche nelle campagne foggiane e salentine. Nuove pale eoliche sui Monti Dauni e nell’entroterra murgiano. Per non parlare delle tubazioni di un nuovo gasdotto, il Poseidon, che potrebbe approdare sulla spiaggia di Otranto. Non è un sogno (o un incubo, secondo un’altra prospettiva). Ma quello che potrebbe avvenire in Puglia da qui ai prossimi anni. La regione si prepara – in alcuni casi a sua insaputa, in altri suo malgrado – a diventare una sorta di portaerei naturale per traghettare anche il resto del Paese verso la cosiddetta “transizione ecologica” e la liberazione dalla dipendenza energetica.

Le rinnovabili onshore

L’ultimo colpo è arrivato pochi giorni fa dal Consiglio dei ministri che ha sbloccato sei nuovi parchi eolici, quattro dei quali sui Monti Dauni. Ma i progetti presentati e in attesa di essere autorizzati sono centinaia. Legambiente ne ha calcolati 396 su tutto il territorio regionale. Dal 2018 al 2021 sono state presentate istanze per sviluppare 8mila 124 megawatt di capacità eolica e 7mila 718 megawatt di capacità fotovoltaica. Molte di queste istanze ora potrebbero avere luce verde dal governo.

L’eolico offshore

A dare manforte al governo ci sono i faraonici progetti per sviluppare parchi eolici in mare aperto. Al largo delle coste pugliesi ce ne sono 12 in attesa del via libera. Uno, Beleolico, con dieci turbine, è già in costruzione nel porto di Taranto. Un altro è in rampa di lancio, ma è già contestatissimo. Parliamo di Odra Energia: 90 torri alte più di 250 metri al largo del canale di Otranto. Sessanta consigli comunali salentini sono contrari. Il governatore Michele Emiliano si dichiara pronto a chiedere alla società di spostare il progetto in un altro specchio di mare.

Le trivelle

Ma al largo delle coste pugliesi ci sono da anni in attesa di via libera anche le società petrolifere, pronte a ricercare idrocarburi. Una cinquantina le richieste di permessi e prospezioni per ricerca di gas e petrolio nei mari. Fra questi i permessi della Global Petroleum, contro cui la Regione ha ingaggiato una contesa giudiziaria finita anche davanti alla Corte di giustizia Ue. Intanto l’imperativo del governo adesso è raddoppiare la produzione nazionale da tre a sei miliardi di metri cubi all’anno.

Le navi gasiere

Si torna a parlare anche di rigassificatori. Per il momento in una commissione regionale guidata dal consigliere regionale Fabiano Amati. I presidenti delle Autorità di gestione portuale ionica e dell’Adriatico meridionale, rispettivamente Sergio Prete e Ugo Patroni Griffi, hanno fatto capire che non c’è al momento possibilità di realizzare nuovi rigassificatori. Si possono invece posizionare al largo di ogni porto pugliese una serie di navi gasiere, paragonabili per capacità ai gasdotti.

Da Tap a Poseidon

Quanto a gasdotti, la Puglia rischia di fare il pieno. Il Tap entro fine anno aumenterà a 10,5 miliardi di metri cubi di gas trasportato dall’Azerbaigian. Trenta chilometri più a sud, sulle spiagge di Otranto, potrebbe però arrivare il gasdotto Poseidon, un progetto presentato anni fa per portare il gas dal mare al largo di Cipro fino alla costa salentina. Di recente, non a caso, il ministero della Transizione ecologica ha prorogato i termini dell’avvio dei lavori fino alla data del primo ottobre 2023.

Gli ambientalisti divisi

Legambiente plaude alla scelta del governo di sbloccare nuovi parchi eolici, ma “condivide” la decisione della Regione di confrontarsi con la società che vuole realizzare il parco eolico al largo di Otranto. “Dire soltanto no non solo porterà a niente, anzi non farà altro che far ripetere gli stessi errori commessi in Puglia con la Tap”. Molto più netta la posizione di Enzo Cripezzi (Lipu), che chiede di impugnare le ultime autorizzazioni del governo: “Un’imposizione dittatoriale di ulteriori centrali eoliche (non sono parchi, non c’è nulla di fiabesco). L’assessora Anna Grazia Maraschio continua a guardare, il consiglio regionale pure. Un immobilismo deprecabile”.

 

da: La Repubblica-Bari

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