"Piccoli sviluppi positivi nel miglioramento della logistica per i corridoi umanitari". Il dramma di centinaia di migliaia di ucraini intrappolati
“Piccoli sviluppi positivi nel miglioramento della logistica per i corridoi umanitari”.
Il dramma di centinaia di migliaia di ucraini intrappolati sotto i bombardamenti russi è tutto racchiuso in queste scarne dichiarazioni del negoziatore di Kiev Mikhaylo Podolyak.
Al termine del terzo round di colloqui con Mosca in Bielorussia nell’area della foresta di Bialowieza, durati quasi quattro ore, il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky ha portato a casa solo la flebile speranza di un’intesa temporanea sulla creazione di vie d’uscita per i civili dalle città sotto attacco, che Mosca avrebbe concesso solo verso i territori ostili di Russia e Bielorussia.
Gli ucraini ci hanno fornito rassicurazioni”, ha spiegato. Dopo tre incontri in una settimana, le trattative riprenderanno “a breve”, ma senza svolte all’orizzonte. “Non ci illudiamo di ottenere risultati definitivi nel prossimo round di colloqui, è un lavoro difficile”, ha commentato gelido il negoziatore russo Leonid Slutksy, che guida la commissione Esteri della Duma.
Il braccio di ferro sull’effettiva disponibilità dei corridoi umanitari era durato per tutto il giorno. Il ministero della Difesa di Mosca aveva annunciato un cessate il fuoco per l’avvio di sei percorsi sicuri: uno da Kiev a Gomel (Bielorussia), due da Mariupol a Zaporizhzhya (sud-est Ucraina) e Rostov sul Don (Russia meridionale), uno da Kharkiv a Belgorod (Russia occidentale) e due da Sumy a Belgorod e Poltava (Ucraina centrale). Ma Kiev ha subito smentito. “In violazione dei precedenti accordi, la Russia ha sabotato l’apertura dei corridoi umanitari per l’evacuazione della popolazione civile.
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