«La Puglia è la prima regione italiana per emissioni di carbonio a causa della presenza dell’acciaieria di Taranto e della centrale termo-elettrica di
«La Puglia è la prima regione italiana per emissioni di carbonio a causa della presenza dell’acciaieria di Taranto e della centrale termo-elettrica di Brindisi, impianti tra i più grandi d’Europa per consumo di carbone e classificati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente nella top-50 delle industrie fonte di maggior danno ambientale e sanitario sulla base delle emissioni. Non c’è quindi alternativa alla decarbonizzazione di questi mega-impianti”: lo dichiara, attraverso una nota della Regione Puglia, il professore Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina Ambientale. Secondo la Regione, «gli ingenti fondi necessari per la riconversione industriale di Taranto non rappresenterebbero un problema grazie ai grandi investimenti strategici europei». «Taranto – aggiunge Claudio Stefanazzi, economista e capo di Gabinetto del presidente della Regione Puglia, oltre che rappresentante delle Regioni italiane nel Comitato direttivo dell’Agenzia per la Coesione territoriale – è l’unica area italiana, insieme ai bacini carboniferi sardi, a essere inserita nei territori beneficiari del Just Transition Fund, il meccanismo UE che raccoglie 19,2 miliardi di euro di contributi diretti alle zone in cui il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio potrebbe produrre i maggiori impatti sociali».
IL COMMENTO DI EMILIANO – «C’è un’unica via per mantenere la produzione dell’acciaio a Taranto ed è la decarbonizzazione della fabbrica”: lo sostiene il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando la pubblicazione su ‘The Lancet Regional Health Europè di un articolo dal titolo «Benefici della Decarbonizzazione sulla Salute: La Transizione delle Regioni ad Elevato Consumo di Carbone nel Quadro del Green Deal Europeo». «La Puglia – prosegue Emiliano – ha scelto di adottare un approccio scientifico, come di recente confermato nella conferenza stampa di presentazione in anteprima dello studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità su richiesta della Regione, che ha ribadito l’impatto negativo dell’acciaieria sulla salute dei tarantini. Ed è per questo che ci rivogliamo ai decisori nazionali ed europei dalle pagine di una prestigiosa rivista scientifica, portando a modello le sperimentazioni già condotte in altri Paesi, per spronare il governo a puntare sul piano di decarbonizzazione proposto dalla Regione Puglia come unica possibile tipologia di piano industriale che consentirebbe all’acciaieria di Taranto di coniugare il diritto al lavoro con quello alla salute dei nostri cittadini».
COMMENTI