La crisi energetica che colpisce duramente l’industria manifatturiera sta avendo impatti di particolare rilievo sulle diverse filiere agroalimentari,
La crisi energetica che colpisce duramente l’industria manifatturiera sta avendo impatti di particolare rilievo sulle diverse filiere agroalimentari, dove ai costi energetici – che riguardano non solo la produzione primaria, ma anche la trasformazione, il trasporto, la logistica e la distribuzione – si sommano quelli delle materie prime e dei mezzi tecnici, con conseguenze inevitabili sui prezzi finali che rischiano di compromettere consumi ed esportazioni”.
È quanto ha dichiarato il presidente di Impresa Puglia, Michele D’Alba, il quale ha aggiunto che il “settore agroalimentare è quello maggiormente esposto alla tempesta perfetta in atto che rischia di colpire in modo particolare quei territori, come la Puglia, dove l’agroalimentare ha un’incidenza notevole nell’economia regionale”.
“Servono interventi urgenti e concertati tra i governi nazionale regionale, perché l’industria agroalimentare pugliese, in prima linea nella difesa del prodotto interno lordo regionale durante alla pandemia – ha concluso D’Alba – rischia ora di perdere importanti posizioni sui mercati nazionali ed internazionali”.La vocazione della Puglia si comprende meglio guardando il valore aggiunto del settore primario che si attesta al 4,2% del totale regionale, quasi il doppio rispetto alla media nazionale (2,2%), con un ruolo da protagonista nella diffusione della dieta mediterranea, testimoniato peraltro dai primati produttivi in diversi filiere e comparti: pomodoro da trasformazione, olivicoltura ed olio, uva da tavola e ortaggi, frumento duro e semola, ma anche uva da vino, produzioni enologiche e lattiero-casearie tipiche
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