Buone notizie per la Puglia, niente tampone per chi arriva dai paesi dell’Ue: “Turisti stranieri importantissimi”

Coldiretti Puglia plaude alla nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che prevede il superamento dell'obbligo del tampone

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Coldiretti Puglia plaude alla nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che prevede il superamento dell’obbligo del tampone per i viaggiatori provenienti dai paesi dell’Unione Europea in possesso di green pass. Una disposizione che potrebbe rappresentare una ‘boccata di ossigeno’ per il comparto turistico, che in Puglia ha registrato un calo del 72% degli arrivi dei viaggiatori stranieri rispetto al pre-pandemia, con il tasso d’internazionalizzazione al 28% del totale degli arrivi nel 2019 che ha raggiunto il 13% nei primi 7 mesi del 2021. Ne è convinta Coldiretti Puglia, analizzando i dati dell’osservatorio regionale del Turismo di PugliaPromozione.

Si tratta di una misura importante poiché i viaggiatori provenienti dai dall’UE rappresentano circa i 2/3 del totale dei viaggiatori stranieri: “A pesare sui flussi turistici sono stati soprattutto -– spiega Coldiretti Puglia – proprio i turisti stranieri bloccati alle frontiere dall’avanzare dei contagi e dalla misure di restrizione adottate ma a calare sono state anche le presenze nazionali anche nelle festività di fine anno mentre risultati più positivi si sono registrati nel periodo estivo”.

“È oggi più che mai necessario sostenere il settore turistico da primato per la qualità dell’offerta – insiste all’agenzia Dire, Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti – con misure nazionali e regionali che aiutino l’importante segmento dell’accoglienza in Puglia. L’arrivo in questi giorni dei contributi previsti dal decreto del ministero del Turismo del 24 agosto 2021, a favore delle imprese turistico-ricettive, fortemente sostenuti da Coldiretti e Terranostra, per effetto della nuova crisi non è sufficiente a garantire la sostenibilità economica ed occupazionale delle strutture”.

I vacanzieri dall’estero in Puglia sono strategici per l’ospitalità turistica soprattutto nelle mete più gettonate anche perché – continua la Coldiretti regionale – i visitatori dall’estero hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Un problema che riguarda anche gli agriturismi dove gli stranieri rappresentavano oltre il 40% delle presenze totali prima della pandemia.

Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali, una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%.

“L’agriturismo ha aumentato la disponibilità di accoglienza turistica, offrendo una lettura positiva del territorio pugliese e, pertanto, lo sviluppo dell’agriturismo – insiste De Miccolis – significa maggiore capacità di attrazione da parte della Puglia a beneficio dell’intera economia regionale. L’ospitalità nelle strutture agrituristiche assume una rilevanza fondamentale per la salvaguardia del patrimonio rurale che, oggi, è il fiore all’occhiello del turismo regionale”.

La Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale – è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con oltre 3,8 milioni di pernottamenti di turisti stranieri che hanno dovuto rinunciare a venire in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio. La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.

Il cibo infatti – aggiunge Coldiretti Puglia – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia, 9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari.Il turismo enogastronomico è il vero traino dell’economia turistica pugliese – afferma l’associazione – con il Covid che già nel 2020 ha fatto crollare il turismo straniero in Puglia dell’84,7% nel 2020 rispetto all’anno precedente, toccando il minimo da almeno venti anni. Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio – conclude Coldiretti Puglia – con la necessità di valorizzare questo patrimonio anche per aumentare la spinta propulsiva del Made in Italy sui mercati esteri.

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