PER NON DIMENTICARE :JACOB E IL SOGNO DI TRASFORMARE L’EX CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI MANFREDONIA IN UN MUSEO DELLA MEMORIA

“Ogni volta che entro a Manfredonia e guardo quella struttura, mi chiedo come sia possibile che passi così inosservata agli occhi della gente, nonos

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“Ogni volta che entro a Manfredonia e guardo quella struttura, mi chiedo come sia possibile che passi così inosservata agli occhi della gente, nonostante ciò che rappresenta”. Il riferimento è all’ex campo di concentramento che si trova all’ingresso sud della città, di fronte gli uffici postali, e a pronunciare queste parole è Jacob Lettl, nipote di Wolfgang e figlio di Florian, gli artisti tedeschi innamorati di Manfredonia che tante delle loro opere hanno dedicato alla nostra città.
E poiché buon sangue non mente, il 25enne Jacob, studente di architettura presso l’Università di Asburgo in Germania, nel 2019 è stato a Manfredonia insieme ad altri 15 colleghi-studenti per capire come restituire alla città questo luogo così denso di storia, eppure così tristemente desolato e cadente. Il gruppo di lavoro si è recato anche a Foggia presso gli Archivi di Stato per saperne di più, riuscendo a tirar fuori carte di cui mai nessuno era venuto a conoscenza, come ad esempio la fitta corrispondenza del podestà di Manfredonia e del Prefetto di Foggia con il Commissariato a cui era stato affidata la struttura e da cui si evince chiaramente che era indicato proprio come ‘campo di concentramento’.
Il primo a svelare l’esistenza del campo sipontino è stato alla fine degli anni ’90 lo storico Viviano Iazzetti che ha raccontato come il 16 giugno del 1940, contro la volontà del podestà, incominciò a funzionare presso l’ex Macello dove furono imprigionati ebrei, tedeschi, comunisti, socialisti, sovversivi e anarchici. Soltanto nel 2013 l’allora amministrazione guidata da Angelo Riccardi vi appose una targa.
I 16 studenti di architettura hanno realizzato un progetto ciascuno per trasformare l’ex macello, che oggi ospita l’associazione PASER e qualche deposito comunale, in museo. Il progetto di Jacob ha dei fogli volanti invece dei tetti. “Quando sono stato a fare un sopralluogo – spiega – ho notato che molti dei tetti sono crollati e ho immaginato che al loro posto potrebbero esserci pagine di storia ‘volanti’”. Ed infatti il progetto del giovane Lettl s’intitola proprio ‘Die flugblätter des ex Macello’, ovvero: volantini dall’ex Macello. Un progetto di ampio respiro, con sale espositive, ma anche di lettura, di studio e di confronto. Volantini inviati ai manfredoniani, che dopo la guerra considerarono quel campo una verità talmente scomoda da perderne col tempo completamente la memoria.
Jacob, cosa ti ha colpito di più di ciò che hai trovato in Archivio? “Leggere che avevano bisogno di chiedere il permesso anche per fare cose normalissime. Mi è sembrata una cosa molto triste questa mancanza di libertà”.
Nell’anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il 27 gennaio, si celebra il Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in Italia. Un’occasione per non dimenticare. E, per non dimenticare, perché non adoperarsi per rendere davvero l’ex campo di concentramento un innovativo museo della memoria? “Sarebbe un sogno per me”, commenta Jacob, ancora incredulo di questo pezzo di storia che giace dimenticato dai sipontini nella propria città.
Maria Teresa Valente
(Tutte le immagini sono tratte dal progetto realizzato da Jacob Lettl)

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