Continua incessante la crescita dei contagi in Italia. Come attestano i dati principali del monitoraggio della Cabina di regia, nel periodo 31 dicembr
Continua incessante la crescita dei contagi in Italia. Come attestano i dati principali del monitoraggio della Cabina di regia, nel periodo 31 dicembre-6 gennaio l’incidenza per 100mila abitanti è schizzata a 1669, dai 783 del precedente monitoraggio, con un incremento del 113,1%.
In considerevole rialzo anche l’rt medio calcolato sui casi sintomatici, pari a 1.43 così come l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero salito da 1.11 a 1.3.
Preoccupa anche l’aumento del tasso di occupazione, passato al 15,4% in terapia intensiva e al 21,6% in area medica.
A livello locale, 10 regioni/province autonome sono classificate a rischio alto e 11 a rischio moderato (sei con alta probabilità di progressione a rischio alto). Quasi tutte le regioni/ppaa riportano almeno una singola allerta di resilienza, dieci riportano molteplici allerte di resilienza.
Crescono del 148,5% i nuovi casi non associati a catene di trasmissione (309.903 vs 124.707 della settimana precedente), mentre sale al 50% la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi. Passa dal 31% al 34% la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening.
Italia sempre più gialla
Mancano ancora i dati ufficiali, che non sempre non coincidono con quelli riportati da Agenas, ma alla luce dell’aumento di ricoveri dell’ultima settimana, è possibile prevedere un passaggio in zona gialla di diverse regioni. L’Abruzzo, che già settimana scorsa presentava un tasso di occupazione in terapia intensiva oltre la soglia, ha visto salire le presenze anche in area medica, superando il 15% di posti occupati. Stesso discorso per l’Emilia Romagna, che una settimana fa mantenne la zona bianca per il tasso di occupazione in area medica, fermatosi allo 0,2% dal limite previsto (14,8%).
Andrà in giallo anche la Toscana, che ha superato la soglia critica in area medica (in terapia intensiva era già oltre il 10%, ndr) così come l’Umbria, in cui i posti letto occupati si sono pressoché raddoppiati nel giro di una settimana. Parametri superati anche dalla Campania che supera il 10% in terapia intensiva sfiorando il 20% in area medica. Infine, c’è la Valle d’Aosta che addirittura fa registrare percentuali da zona rossa in area medica (oltre il 40%), ma passa in zona gialla grazie al 15% in terapia intensiva.
Da lunedì 10, in Italia potrebbe esserci nuovamente una regione in zona arancione: si tratta della Liguria che ha già superato il 30% di posti letto occupati in area medica e ha toccato il 20% in terapia intensiva.
Se tutti questi dati venissero confermati, resterebbero in zona bianca soltanto quattro regioni: Basilicata, Molise, Puglia e Sardegna. Di queste regioni, soltanto la Puglia presenta entrambe le percentuali di posti letto occupati sotto la soglia critica, anche se l’aumento dei ricoverati registrato negli ultimi giorni potrebbe prefigurare un ritorno in zona gialla a partire dal 17 gennaio. Sempre che non venga certificato in tempo l’aumento dei posti letto che garantirebbe automaticamente una riduzione del tasso di occupazione.
Covid in Puglia: Brindisi, Bari e Lecce le province più colpite
I dati degli ultimi giorni confermano un aumento sostenuto dei contagi in tre province. E se Bari, come numeri assoluti fa registrare il più alto numero di casi (oltre 10mila nell’ultima settimana e una incidenza di 868,7 casi), è Brindisi la provincia con la più alta incidenza (oltre 950 casi per 100mila abitanti). Sul podio finisce anche Lecce con oltre 810 casi. Rispetto al mese scorso, si osserva un rovesciamento della situazione, con la Capitanata che – pur facendo anch’essa registrare un costante aumento dei nuovi positivi – presenta la seconda incidenza più bassa con 603,4 casi per 100mila abitanti, peggio solo di Taranto (516).
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