Ha scalato il box office e in soli due giorni di programmazione ha sfiorato il milione di euro di incassi: “Belli Ciao”, nelle sale da sabato 1 gennai
Ha scalato il box office e in soli due giorni di programmazione ha sfiorato il milione di euro di incassi: “Belli Ciao”, nelle sale da sabato 1 gennaio, sbanca al botteghino.
La commedia dei foggiani Pio D’Antini e Amedeo Grieco, scritta con il regista Gennaro Nunziante e girata tra Sant’Agata di Puglia e Milano, nel weekend, secondo i dati Cinetel, ha totalizzato 998.942 euro, con 139.504 spettatori. Al debutto ha incassato 506.918 euro e battuto la concorrenza dei film targati Warner Bros ‘Matrix Resurrections’ e ‘Me contro Te – Persi nel tempo’, le altre due uscite di Capodanno peraltro con più schermi.
Supera anche ‘Spider-Man: No Way Home’ (in programmazione dal 15 dicembre), saldamente in testa alla classifica, che alla ‘prima’ aveva totalizzato 490.360 euro con oltre 100 schermi di proiezione in più. Letti i dati dell’esordio, il duo comico domenica ha esultato: “Al primo giorno siamo in testa al box office,scalzando colossi americani e sfidando questo periodo complicato: stamattina tutto ha il profumo di un’impresa”.
Il magazine Rolling Stone demolisce il film definendolo “sbagliato dal primo all’ultimo minuto – per fortuna pochi: 87 in tutto”. Il motivo, secondo la recensione pubblicata sull’edizione online italiana della celebre rivista, sarebbe che Pio e Amedeo “provano ad accontentare tutti”. Non salva niente. “Quello che si fa fatica a comprendere è l’immaginario comico rimasto a vent’anni fa, no: di più”, si legge.
A pesare nel giudizio è anche la regia di Gennaro Nunziante, che ha diretto Checco Zalone, alias Luca Medici, in tutti i suoi film tranne l’ultimo, ‘Tolo Tolo’ (“fallisce nella misura in cui aveva fallito con Rovazzi”). L’opinione che ha fatto il giro del web è tranchant: Pio e Amedeo sono dei “wannabe Luca Medici senza però quel talento, quell’equilibrio di registri, quella capacità di essere cattivissimo e amatissimo insieme, disturbante e tenero, altissimo e popolare”.
Dello stesso segno la recensione sull’edizione italiana del magazine Esquire che parla di “un film innocuo come mille altri ne abbiamo visti” e, peggio, di “quanto di più pigro e scontato ci sia sul mercato della comicità”. Lo spunto è il monologo risultato piuttosto divisivo sul linguaggio politicamente corretto nella trasmissione Felicissima Sera, che ha infiammato il dibattito televisivo e continua, a quanto pare, a produrre strascichi.
Al vetriolo anche Alessio Giannone, alias Pinuccio. Non nomina i colleghi ma il riferimento appare subito chiaro ai suoi fan: “Ho visto un film… per fare Checco serve cultura non bastano 4 battute in croce e un vestito da politicamente corretto che ti va strettissimo se non hai argomenti”. Rispondendo ai commenti – qualcuno, per la verità, lo accusa anche di “rosicare” per invidia – aggiunge che “sembra un film degli anni ‘90”, e puntualizza che “il paragone è stato fatto solo perché la regia è la stessa con risultati diversi”, a suo modo di vedere. Per il momento, il duo non replica alle critiche e si gode la vetta del box office.
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