COME LA MOGLIE DI CESARE

SI RITENEVA che con l’avvio del nuovo consiglio comunale fossero esaurire le battaglie elettorali infarcite di fiondate ad effetto al limite della

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SI RITENEVA che con l’avvio del nuovo consiglio comunale fossero esaurire le battaglie elettorali infarcite di fiondate ad effetto al limite della correttezza dialettica. Non è stata una campagna elettorale edificante, men che meno una disputa costruttiva fra i molti contendenti che abbia chiarito propositi e prospettive per una città assetata di chiarezza, verità e concretezza. Un prologo mediocre che a quanto pare non ha esaurito la sua carica perversa. Le prime battute di quello che dovrebbe essere il nuovo corso politico-amministrativo cittadino, ha decretato un surplace sulle vecchie posizioni evidentemente mal digerite. Per tanti aspetti è anzi peggiorato.
TEMA dominante è la messa in discussione della compatibilità dell’eletto sindaco Gianni Rotice con appunto la carica di primo cittadino. A insinuare il dubbio l’intera minoranza consiliare che ha firmato un circostanziato esposto inviato alle autorità di competenza chiedendo di verificare e intervenire. All’esposto è stata allegata la documentazione che, secondo i consiglieri firmatari, comproverebbe la incompatibilità di Gianni Rotice con la carica cui è stato eletto. Roba di appalti pubblici inerenti alla sua attività di imprenditore.
NATURALMENTE l’interessato si è affrettato a respingere le accuse sia con comunicati che con una conferenza stampa. Ma a quanto pare non ha convinto. Anche perché Rotice si è scagliato, estrapolandolo dal gruppo dei nove consiglieri, contro l’ex competitor di ballottaggio Gaetano Prencipe, che ha tenuto a precisare, tra l’altro, che è stato lui a rimettere gli incarichi professionali datigli da Rotice e non viceversa come affermato da quest’ultimo.
LA QUERELLE dai contenuti fondamentali per una questione che potrebbe stravolgere tutto quanto fin qui, assai poco per la verità, messo insieme, è naturalmente affidata alle autorità interessate che dovranno, leggi alla mano, stabilire l’esatta consistenza dei fatti e dunque avviare le azioni conseguenziali. La situazione preoccupa maggiormente per i trascorsi ancora vividi che hanno portato la città allo sfascio politico, economico, morale. È in questo contesto che occorre fare assoluta e completa chiarezza sulla posizione del massimo rappresentante cittadino che deve essere come la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto.
IN QUESTA situazione di perplessità non ha giovato, anzi per certi versi ha acuito lo svolgimento di due consigli comunali appiattiti su punti del tutto ordinari ma soprattutto incompleto di quegli organi essenziali quali i gruppi consiliari che definiscono la maggioranza e la minoranza, non ultimo il clima di imperiosa boria palesemente a copertura delle incertezze di una maggioranza silenziosa relegata a fare da comparsa.
NEL TUNNEL di Manfredonia la luce pare lontana.
Michele Apollonio

 

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