Lavoratori sfruttati, per il gip di Foggia Bisceglia sapeva. L’avv. Ursitti: “Dimostreremo assoluta estraneità”

Ifatti addebitati alla mia assistita, peraltro molto circoscritti nel tempo e nella consistenza (poiché si sarebbero svolti - in ipotesi - in pochissi

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Ifatti addebitati alla mia assistita, peraltro molto circoscritti nel tempo e nella consistenza (poiché si sarebbero svolti – in ipotesi – in pochissimi giorni e riguarderebbero una quantità esigua di dipendenti), saranno al più presto chiariti nelle sedi competenti, dove potremo fugare ogni dubbio e, soprattutto, documentare l’assoluta estraneità della mia assistita a qualsivoglia ipotesi di sfruttamento dei lavoratori. D’altra parte, quella dell’azienda è una storia di trasparenza e di legalità con radici antiche. La mia cliente è serena e fiduciosa nell’operato della magistratura”. Lo ha detto all’Ansa l’avv. Gianluca Ursitti, legale difensore di Rosalba Livrerio Bisceglia, moglie dell’ex capo del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, il prefetto mattinatese Michele Di Bari, che proprio questa mattina si è dimesso dall’incarico affidatogli il 30 aprile 2019.

Bisceglia avrebbe impiegato per oltre un mese braccianti reclutati dal caporale, a cui si sarebbe rivolta direttamente. Nei suoi confronti il gip di Foggia avrebbe disposto le misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per due volte a settimana e l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

In queste ore le agenzie di stampa stanno battendo alcuni passaggi che riguardano l’inchiesta ‘Terra Rossa’. Nell’ordinanza il gip ritiene che la 55enne sia “consapevole delle modalità delle condotte di reclutamento e sfruttamento, nella misura in cui si rivolge ad un soggetto, Saidy, di cui non può non conoscersi il modus operandi”.

“Porta da Nico tutti i documenti”, “devi portare prima perché così io devo fare ingaggi”, “il giorno dopo iniziate a lavorare”. Secondo il giudice per le indagini preliminari, i dialoghi sulle modalità di pagamento, successivi all’attività di controllo, costituirebbero “dati univoci del ruolo attivo nella condotta illecita di impiego e utilizzazione della manodopera reclutata da Saidy, in quanto rivelano una preoccupazione e una attenzione per la regolarità dell’impiego della manodopera solo successiva ai controlli”.

E ancora, “evidentemente si occupava dell’assunzione della manodopera, attività che peraltro svolgeva senza conoscere direttamente i braccianti e sulla sola base dei documenti”. Quindi, Rosalba Livrerio Bisceglia, moglie del prefetto Michele di Bari, secondo il gip era “consapevole delle modalità delle condotta di reclutamento e sfruttamento”.

Tuttavia, fino alla regolarizzazione di tutti i rapporti di lavoro e all’eliminazione delle irregolarità riscontrate, per nove aziende agricole è stato disposto il controllo giudiziario. In carcere sono finiti Bakary Saiday gambiano classe ‘88 e Kalifa Bayo classe ‘89 del Senegal, mentre Giovanni e Christian Santoro di 59 e 31 anni e il classe ‘67 nato a Conversano, Saverio Vitto, sono agli arresti domiciliari.

Obbligo di dimora e presentazione per tutti gli altri indagati: da Alessandro Santoro, 24enne di Trinitapoli, a Michele Boccia, 42enne nato a Nola. Di Foggia ci sono Alfonso e Giuseppe Calabrese di 24 e 58 anni, Emanuele Tonti di 55 e Saverio Scarpiello di 48 anni. Indagati anche Mario Borrelli di 67 nato a San Giorgio in Molara. Rosalba Livrerio Bisceglia 55enne nata a Manfredonia e Matteo Bisceglia di anni 56 nato a Monte Sant’Angelo. In ultimo risultano indagati Vincenzo De Rosa, 61 anni di Troia, e Vincenzo Ciuffreda classe ‘60 di Monte Sant’Angelo.

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