Meno gioco legale, più gioco illegale: i dati Censis bocciano il proibizionismo

La tendenza normativa degli ultimi anni sul gioco legale non sembra convincere gli italiani: l'ultimo rapporto Censis-Lottomatica conferma infatti l'e

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La tendenza normativa degli ultimi anni sul gioco legale non sembra convincere gli italiani: l’ultimo rapporto Censis-Lottomatica conferma infatti l’equazione meno gioco legale, più gioco illegale. Le stime del 2019 erano di un valore di circa 12 miliardi di euro del gioco controllato dalla criminalità, nel 2020 è salito a 18 miliardi (+50%) e per il 2021 il rischio è di sforare il tetto dei 20 miliardi di euro.

Da anni ormai si invoca un riordino vero e proprio del settore del gioco legale. L’obiettivo è rendere più omogenei regolamenti e ordinanze comunali per arrivare a una legge che tenga conto della salute pubblica e delle esigenze degli enti locali senza però contrastare il lavoro degli operatori legali, che agiscono rigorosamente su concessione dello Stato. Tra i temi delicati anche quello delle gare, con la necessità di proroga per le concessioni degli operatori al momento attivi, e quello delle modalità di accesso al gioco: migliaia di norme sparse nel ‘milleproroghe’ e in decreti semplificazioni che Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha recentemente chiesto di rivedere e riordinare.

“Il Testo Unico sul gioco è ormai un’urgenza e non più solo una necessità – ha dichiarato Ranieri Razzante, Presidente Aira, Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio e docente di Intermediazione finanziaria e Legislazione antiriciclaggio all’Università di Bologna – Sotto il profilo dell’antiriciclaggio, siamo avanti rispetto agli altri paesi europei: finiamola di considerare il settore come produttivo di riciclaggio, perché ha degli standard tecnici di rispetto della normativa di cui al dlgs 231/2007 elevatissimi; lo testimoniano il numero di Sos alla UIF-Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia da parte delle imprese di gaming. Scandalosa rimane la chiusura di conti correnti ad agenzie e imprese di settore, in applicazione – palesemente errata – di regole previste nella norma di prevenzione del riciclaggio. L’adeguata verifica non può portare a chiusure arbitrarie di rapporti con le banche: ciò è frutto di pregiudizi diffusi da una certa stampa e da alcune forze politiche, che dovrebbero meglio approfondire i dati, che sono comunque preoccupanti per le infiltrazioni mafiose ma nel gioco illecito, meno in quello legale”.

“Dopo tante tribolazioni, insormontabili problemi e alle volte incomprensibili e forse inutili restrizioni qualcosa di positivo si intravede all’orizzonte del settore dei giochi. E’ un buon segnale infatti l’avvio dei lavori della neo costituita Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico e la nomina dell’ufficio di presidenza, sia per la qualità e l’esperienza delle persone indicate sia per la volontà politica del Parlamento di approfondire le tematiche legate alle difficoltà di chi opera nella legalità ed è costretto ad affrontare la concorrenza sleale e l’avanzata delle mafie organizzate”, commenta Riccardo Pedrizzi, Presidente Commissione Finanze e Tesoro del Senato (2001-2006).

Regolare l’offerta di gioco, contrastare duramente il gioco illegale e approvare un testo unico sui giochi: sono questi gli elementi per combattere il disturbo da gioco d’azzardo, tutelare i giocatori e aiutare l’intero comparto, aggiunge Mauro Maria Marino, Presidente Commissione inchiesta sul gioco pubblico del Senato. In queste ultime settimane i lavori della Commissione sono entrati nel vivo con le audizioni a due dei soggetti istituzionali più rappresentativi del settore: il Sottosegretario all’economia con delega ai giochi, Federico Freni, e il Direttore ADM, Marcello Minenna. L’obiettivo è arrivare a una riforma del settore, portando avanti quanto iniziato nella scorsa Legislatura, definendo e mettendo ordine nelle competenze e nelle regolamentazioni a livello nazionale, regionale e comunale”.

Riformare il sistema del gioco parte dal presupposto che deve svilupparsi una cultura della legalità e del gioco legale, come ribadito più volte dal Procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho, nei suoi ultimi interventi, perché il settore rappresenta un mercato a cui la malavita guarda con grande interesse.

“In Italia la raccolta di gioco con vincita in denaro è riservata allo Stato e da questi affidata in concessione ad imprese private. Gli obiettivi che lo Stato ha inteso perseguire attraverso tale sistema sono diversi: contrastare la criminalità e conseguentemente far emergere imposte da destinare alla collettività; tutelare il giocatore da possibili frodi; prevenire e contrastare fenomeni patologici correlati al gioco – spiega Marco Zega, Direttore Finanza e Affari Istituzionali di Codere Italia – Il ruolo dei concessionari deve essere considerato decisivo per la tutela dei consumatori e un vero e proprio argine alla criminalità. Operiamo per conto dello Stato ma veniamo troppo spesso additati come dei malfattori. Avere giocatori ludopatici è un problema per chi fa il nostro lavoro. Per tale motivo, da sempre siamo in prima linea per cercare di prevenire e contrastare questi fenomeni. Siamo lieti, pertanto, di partecipare alla campagna “Il tempo è denaro” messa in campo dalla ASL TO3 e di dare tutto il supporto necessario per il raggiungimento di quella che è una finalità comune: operare affinché il gioco con vincita in denaro resti sempre e solo una forma di intrattenimento. Per continuare ad offrire alla collettività un servizio sicuro, e allo Stato il giusto gettito erariale, tuttavia, abbiamo bisogno che il governo riordini il settore mettendo mano a leggi e regolamenti adottati con il fine unico di espellere l’offerta legale dal territorio, senza considerare che questo lascia spazio all’offerta illegale e, pertanto, senza portare alcun beneficio nella lotta alla ludopatia”.

Codere è un operatore di gioco, referente a livello internazionale, con presenza in sette paesi d’Europa – Spagna e Italia – e America Latina – Argentina, Messico, Panama, Colombia, Uruguay, che gestisce apparecchi da intrattenimento, postazioni bingo e terminali di scommesse sportive attraverso dei punti scommesse che includono sale da gioco, sale ricreative, circa 9.200 bar, sale scommesse e ippodromi. La Compagnia sviluppa anche gioco online.

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