Siamo nel pieno della sesta estinzione di massa, considerando le prime cinque come fenomeni appartenenti alle precedenti ere geologiche, con un tasso
Siamo nel pieno della sesta estinzione di massa, considerando le prime cinque come fenomeni appartenenti alle precedenti ere geologiche, con un tasso di estinzione di specie animali e vegetali 1.000 volte superiore a quello naturale. L’allarme arriva dal Wwf col nuovo report ‘Estinzioni: non mandiamo il pianeta in rosso’.
“Tra il 1970 e il 2016 il 68% delle popolazioni monitorate di mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci hanno subito un forte declino, un conto ‘in rosso’ che il pianeta ci sta presentando insieme alle sue conseguenze su salute e benessere, condizioni possibili solo con ecosistemi sani – avverte l’associazione – Il più importante fattore di perdita della biodiversità sui sistemi terrestri è stato ed è tuttora il cambiamento dell’uso dei suoli, a partire dalla conversione degli habitat primari (come le foreste primigenie) trasformate in terreni per la produzione agricola. Negli oceani la perdita di biodiversità è provocata dalla pesca eccessiva. Si aggiungeranno sempre più nel futuro anche gli impatti del cambiamento climatico con fenomeni sempre più devastanti, a partire dagli incendi. L’estinzione genera poi estinzione poiché la perdita di una specie causa un effetto ‘domino’ che favorisce la scomparsa di altre”.
Tra gli animali simbolo del conto in ‘rosso’ del Pianeta c’è l’orso polare (Ursus maritimus): “il suo habitat è compromesso al punto che se i trend di fusione delle calotte polari e la scomparsa di ambiente idoneo per spostarsi e procacciarsi il cibo proseguiranno come negli ultimi decenni, in soli 35 anni rischiamo di perdere fino al 30% della popolazione di orso polare“, avverte il Wwf.
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