L’antimafia fa i nomi degli ‘impresentabili”: c’è un candidato di Manfredonia

Apochi giorni dal voto che deciderà chi sarà il sindaco di Manfredonia, Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia, quest

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Apochi giorni dal voto che deciderà chi sarà il sindaco di Manfredonia, Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia, questo pomeriggio ha reso pubblici i nomi degli impresentabili. Sono tre in tutto: uno a Carmiano, un altro a Scanzano Jonico e un altro ancora a Manfredonia.

Si tratta – stando a quanto ha riferito Morra in una diretta Facebook – del candidato consigliere Matteo Troiano dei Fratelli d’Italia, lista a sostegno del candidato sindaco Gianni Rotice. “Risulta esser stata pronunciata dal tribunale di Pescara la sentenza di condanna divenuta irrevocabile nel marzo 2015. In forza di tale pronuncia il candidato Matteo Troiano è stato condannato alla pena di anni 4 e mesi 1 di reclusione e 8100 di multa per il reato di riciclaggio continuato consumato in concorso con altri”.

Il reato sarebbe stato commesso negli anni 2004-2005. L’altra notizia – fa notare Morra – è che “dal casellario giudiziale del candidato il carico di incandabilità non risulta emergere”. Eppure, spiega il presidente della commissione parlamentare antimafia, “quando una sentenza diventa irrevocabile, quindi definitiva e inappellabile, c’è la necessità che la procura faccia scrivere dall’ufficio campione questa annotazione sul casellario giudiziale”. E ancora, spiega, “se non viene trascritta, pur essendoci una condanna irrevocabile, non essendoci annotazione dal casellario giudiziale, non è possibile fare l’accertamento”.

Morra aggiunge, “certo, il singolo, certamente dovrebbe aver memoria di una condanna definitiva ed irrevocabile. Se il singolo non comunica alla forza politica che decide di candidarlo, a mio avviso quella forza politica dovrebbe immediatamente allontanarlo, espellendolo o mantenendolo a debita distanza”. E conclude, rivolgendosi agli elettori dei tre comuni, Manfredonia compreso. “Gli elettori possono decidere in funzione di quanto hanno appreso ora. Noi come commissione abbiamo ricevuto i documenti all’ultimo”.

Non si è fatta attendere la decisione del commissario provinciale. L’on. Galeazzo Bignami ha precisato che Troiano, all’atto della presentazione della candidatura, “ha prodotto regolare certificato penale rilasciato dal Ministero della Giustizia da cui non risulta alcuna condanna pregressa, vanificando quindi ogni possibile ulteriore valutazione sulla condotta del medesimo secondo gli adempimenti previsti dalla legislazione vigente in materia di candidature”

Bignami ha sottolineato anche che il candidato consigliere aveva altresì sottoscritto il codice etico di Fratelli d’Italia, “la cui puntuale compilazione è obbligatoriamente richiesta da Fratelli d’Italia per i candidati non iscritti, come nel caso della persona in questione”.

L’onorevole meloniano ha spiegato che il codice etico è uno strumento mediante il quale “è prescritto che il soggetto dichiari tassativamente la propria posizione su diverse questioni, tra cui precedenti condanne. Esso consente di verificare la posizione della persona e, laddove sussistano ragioni ostative, consente di dichiarare l’incompatibilità con FdI a qualsiasi livello”.

E ancora, aggiunge, “la mendace compilazione, come risulta nel caso in questione, costituisce un’evidente falsificazione rispetto alla quale FdI intende tutelarsi nelle competenti sedi legali. Questa situazione evidenzia i limiti degli strumenti a disposizione dei partiti nelle verifiche a loro disposizione utili ad evitare che, a fronte di certificazioni giudiziali formalmente neutre, possano trovare spazio soggetti che, con controlli più incisivi, verrebbero esclusi a priori dalle liste. Come rilevato anche in sede di Commissione Antimafia proprio nell’esame della posizione in questione, non residuavano in capo a Fratelli d’Italia, stante la legislazione vigente, altri strumenti utili per verificare la posizione in questione. Per questo Fratelli d’Italia, come ribadito in Commissione, insisterà per potenziare i controlli a disposizione dei partiti per rendere sempre più rigorosa e stringente la verifica sulla integrità delle persone candidate nelle proprie liste”.

Bignami ha chiosato: “E’ infatti incomprensibile, come rilevato nel corso della seduta dal Segretario dell’Antimafia On. Wanda Ferro con la condivisione di tutti i componenti presenti, che dalla certificazione giudiziale rilasciata dal Ministero non risultasse alcuna condanna pregressa a carico della persona in questione. La persona in questione viene dichiarata sin d’ora incompatibile con qualsiasi attività di FdI, sia di carattere amministrativo che politico, di qualsiasi genere”.

L'antimafia fa i nomi degli 'impresentabili": c'è un candidato di Manfredonia. Fratelli d'Italia: "È sin da ora incompatibile con noi"

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