Consumi, Confesercenti lancia allarme: ripresa è lenta, nel 2021 – 75 mld su 2019

I consumi risalgono lentamente a causa dell'incertezza diffusa tra le famiglie italiane e a fine 2021 saranno ancora sotto di 75 miliardi di euro risp

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I consumi risalgono lentamente a causa dell’incertezza diffusa tra le famiglie italiane e a fine 2021 saranno ancora sotto di 75 miliardi di euro rispetto ai livelli pre covid del 2019. A lanciare l’allarme è la Confesercenti durante un faccia a faccia con il responsabile economico del Partito democratico Antonio Misiani ed i vertici della confederazione guidata dalla presidente Patrizia De Luise, presenti anche il direttore generale Giuseppe Capanna e il segretario generale Mauro Bussoni.

Una situazione che preoccupa molto i rappresentanti del settore anche perché Confesercenti stima un perdita dei fatturati nel 2022 ancora di 26 miliardi (sempre rispetto al 2019). “I consumi sono in ripresa, ma la ripartenza è stata meno veloce delle attese” sostengono i responsabili delle imprese del commercio e del turismo. “Le famiglie continuano ad essere prudenti e a risparmiare” hanno sottolineato osservando che se continua a questo ritmo, la spesa delle famiglie tornerebbe sui livelli pre-pandemici solo nel 2023, mentre per il Pil il recupero si completerebbe già a metà 2022.

Una stima condivisa dal senatore Misiani: “è vero che la dinamica dei consumi delle famiglie è un po’ più lenta, la ripresa è stata trainata nella prima parte dell’anno soprattutto dagli investimenti, – ha osservato – e quindi il recupero sarà più lento rispetto ad altre componenti della domanda interna, a partire dall’edilizia”.

Un quadro economico che desta in generale “fortissima preoccupazione” per i piccoli esercenti, come ha rimarcato De Luise, visto che la riforma degli ammortizzatori sociali, contenuta nella manovra, comporterà per il settore un incremento complessivo dei contributi di quasi 500 milioni euro, di cui 200 milioni riconducibili proprio alle aziende fino ai 15 dipendenti. Questo comporterà per ogni dipendente un aumento medio di 90 euro”.

“In questo quadro, per ottenere un’effettiva riduzione della pressione fiscale sui fattori produttivi, per cui la legge di bilancio stanzia 8 miliardi, servirà un intervento compensativo dell’aumento contributivo subito per queste imprese”. “Noi ci aspettiamo che il governo adotti provvedimenti che sostengano le imprese ma da alcuni segnali non ci sembra che si vada in questa direzione” ha detto la presidente De Luise.

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