Il miglior modo di mantenere la propria parola è non darla". A maggior ragione quando si tratta del Gino Lisa. Ne sa qualcosa Michele Emiliano, travol
Il miglior modo di mantenere la propria parola è non darla”. A maggior ragione quando si tratta del Gino Lisa. Ne sa qualcosa Michele Emiliano, travolto dalle critiche nel giorno in cui l’Università di Foggia ha dato ulteriore dimostrazione di far volare, lei si, il nome della città in Italia e nel mondo.
All’opposto il presidente ha spento gli entusiasmi dei foggiani, se è vero che la terza provincia dello Stivale per estensione – come ha dichiarato il governatore in modo esplicito riferendosi al futuro dell’aeroporto – “deve entrare ancora nel terzo Millennio”.
Ergo, “si deve rendere conto che gli aeroporti funzionano se c’è una domanda….e se non viene nessuna compagnia non si vola perché vuol dire che il mercato non chiede voli da Foggia”.
Al netto delle affermazioni di Emiliano – mai così remissivo fino a ieri sulla questione – la notizia buona è che dal Gino Lisa si può volare, atterrare e decollare. Quella un tantino meno rassicurante è che “se a Foggia non viene nessuna compagnia non si vola”.
Se poi realmente convenga o meno, questo è un altro paio di maniche. E lo decideranno, appunto, i foggiani e i turisti. Il nodo nel frattempo resta: chi e come potrebbe portare una compagnia aerea nel capoluogo dauno?
Michele Emiliano è stato chiaro: la Regione Puglia non potrà fare molto da qui in avanti. Ed è più concentrata all’aeroporto sede della protezione civile e della centrale operativa unica del 112. Per la riattivazione di un mercato dei voli, la parola passa al territorio: alle imprese, alla Camera di Commercio, a Confindustria, ai foggiani.
Ad ogni buon conto – sebbene la sfida sia ancora tutta in salita – su quella pista allungata “grazie a un escamotage”, il 25 ottobre 2021 è atterrato e decollato Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica, la più alta carica dello Stato Italiano. Un’immagine rassicurante oscurata però dalle dichiarazioni con cui Emiliano ha lasciato il cerino nelle mani della Capitanata.
Eppure da quelle stesse mani, un anno fa, erano arrivate migliaia di preferenze al suo indirizzo. Da ieri il cortocircuito.
La parola passa al territorio, che fino a prova contraria non è mai riuscito a fare rete su altri temi più alla portata, nonostante ci si armasse, tutti, di buone intenzioni. Di cabine di regia ne abbiamo viste e sentite parecchie. Di confronti anche. Di tentativi e argomentazioni a fiume. Di risultati pochi, molto pochi.
Non ci sarebbe mercato, non ci sarebbe domanda, il tessuto imprenditoriale non avrebbe la forza di stimolarla. Questa la fotografia. E i foggiani? Come la pensano? Si dividono.
Il governatore della Regione Puglia ha trovato anche il difetto all’aeroporto: “E’ il più vicino a Roma, Milano e alle città europee”.
La domanda è implicita: dove sta la fregatura? Davvero nessuno prenderebbe un aereo per Fiumicino o Linate? Quanta reale richiesta ci sarebbe? Non è dato sapersi, ma vivaddio, nel frattempo possiamo consolarci che sulla carta, almeno quella, siamo come gli altri aeroporti pugliesi.
Dovremmo solo entrare nel terzo millennio, secondo Emiliano, al quale, probabilmente, sfugge che non lo eravamo nemmeno un anno fa quando a ridosso delle Regionali, i toni e gli entusiasmi erano ben altri che quelli arrendevoli di ieri. “Alle compagnie aeree che hanno desiderio di utilizzare quest’aeroporto prendere il più in fretta possibile contatto con noi anche perché sono possibili anche incentivi importanti” diceva.
Passata la festa gabbato lo santo. Foggia sedotta e abbandonata, tramortita dai gravi accadimenti di Palazzo di Città, dove nemmeno più l’orchestra continua a strombazzare. I contatti, ora, bisognerà prenderli direttamente con la Capitanata.
La Regione si tira fuori: “Oggi le compagnie devono essere richiamate dai biglietti perché è vietato finanziare i voli perché altrimenti questo determina aiuti di Stato” ha evidenziato ieri Emiliano.
Eppure, poco più di un anno fa, mentre era a caccia di consensi per la riconferma, strappava la promessa ai foggiani che la Regione Puglia avrebbe cercato di convincere le compagnie aeree a volare da Foggia: “Convinceremo i tour operator a utilizzare questo aeroporto tutto l’anno, non solo per le mete turistiche tipiche ma anche per il resto della provincia”.
La resa è servita.
Non dimenticheranno sicuramente i foggiani anche quando l’assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese, il 16 settembre di un anno fa, dalla pista Gino Lisa, metteva un punto fermo sulla questione: “E’ la giornata della svolta”. Il che faceva presagire che da lì in avanti si sarebbe mosso qualcosa di più interessante che una gara per l’affidamento del servizio di aviazione generale.
Ieri è stata invece la giornata della presa di coscienza che per volare serva ben altro che gli entusiasmi, i tagli di nastro e le parole.
Serve ad esempio che la Regione Puglia – anche e soprattutto da un punto di vista politico – anziché darsela a gambe, provi a farsi carico di una responsabilità, che pure si era assunta, quantomeno di provarci. Quella di chiedere ad esempio a una compagnia aerea già presente a Bari di fare un tentativo su Foggia. Basterebbe un volo, un esperimento. Almeno quello. Poi si vede.
“Foggia is back” secondo Emiliano, ma i conti non tornano e il Gino Lisa nemmeno. Ora ai cittadini non resta che augurarsi che la regione mantenga la promessa della sede della protezione civile e del numero unico di intervento.
COMMENTI