DI BUONE INTENZIONI E’ LASTRICATO L’INFERNO

QUEL PROVERBIO tramandato dalla cultura popolare, ben si adatta al putiferio di fuoco incrociato del quale si sono resi protagonisti alcuni candidati

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QUEL PROVERBIO tramandato dalla cultura popolare, ben si adatta al putiferio di fuoco incrociato del quale si sono resi protagonisti alcuni candidati sindaco alle sempre più prossime, circa tre settimane, elezioni comunali del 7 novembre. Evidentemente si sono fatti prendere la mano nello scrivere invettive nei confronti dell’avversario politico preso di mira, probabilmente andando anche oltre le buone intenzioni.
L’ASPETTO che più colpisce di quella schermaglia al vetriolo è che, probabilmente immaginando attacchi di quel genere e dunque nel tentativo di prevenirli e di evitarli, gli stessi soggetti si erano peritati di sottoscrivere un manifesto, sulla falsariga di altri esempi simili, nel quale si affermava «l’impegno spontaneo e personale preso da politici e amministratori locali affinché il dibattito sia concentrato su contenuti e idee orientati al bene comune, attraverso un linguaggio rispettoso e non ostile». Si è visto come è andata. Un impegno che continua ad essere ignorato.
ALTRE INIZIATIVE perbeniste sono state lanciate riguardanti vari aspetti toccati in questa campagna elettorale, come la proposta «a rispettare i principi e le norme che garantiscono assoluta trasparenza e legittimità negli atti e nei comportamenti, anche in quelli che attengono alla sfera personale», o inviti ad accettare solo “voti puliti” e così su questo tenore tra speranze e certezze che delineano situazioni reali. Ma veramente si ritiene che basta sottoscrivere un documento, invitare al rispetto di quelle che sono (dovrebbero essere) le buone norme ordinarie, che l’arcano si compia? Abbiamo visto che fine ha fatto il manifesto contro le parole ostili.
A QUESTO ANDAZZO niente affatto edificante che finisce per creare diffidenza negli elettori allontanandoli da quel dovere-diritto di esprimere il proprio voto liberamente, si aggiunge un altro aspetto del medesimo malcostume: la “macchina del fango”. La denuncia viene da “Manfredonia Nuova”: «È già successo nella passata tornata elettorale, sta succedendo ancora adesso. Ci s’inventa una notizia di nessuna rilevanza, la si ingigantisce e la si monta a neve, denigrando e dileggiando l’avversario politico, per trarre un vantaggio fraudolento. Un esercito d’inquinatori, al soldo di coloro che hanno devastato Manfredonia e vorrebbero riportare la città all’antico sistema, mette in moto la macchina del fango contro chi si batte per il cambiamento. Essi sanno che nel confronto politico sono perdenti, allora scelgono un’altra via, nell’intento di dimostrare che non esistono uomini e donne generosi e competenti, che anelano ad un futuro migliore per questa città, che ha ben altri problemi ai quali è urgente dare risposte concrete ed innovative, possibili solo se si gestisce onestamente la nostra città».
LA GENTE rimane attonita e preoccupata. «Mi auguro sinceramente – ha scritto garbatamente un cittadino su facebook – che questa campagna elettorale si svolga senza colpi sotto la cintura, in modo leale, veritiero e corretto senza denigrare l’avversario politico e soprattutto senza ingannare gli elettori». Meditate candidati e politici.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto
Michele Apollonio

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