Torna Vasco e incanta, in ‘Siamo qui’ le mille anime del Komandante

Jeans neri, camicia sbottonata, occhiali smart e cappellino al contrario. Vasco Rossi entra in conferenza stampa facendo una diretta Instagram. "Sono

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Jeans neri, camicia sbottonata, occhiali smart e cappellino al contrario. Vasco Rossi entra in conferenza stampa facendo una diretta Instagram. “Sono sui social e ne sono dipendente – ammette – ma mi sono fermato a Instagram. Sono l’unico influencer che lo fa gratis, se avessi fatto una cosa del genere negli anni ’80 ci avrebbero preso a schiaffi“. Poi si lascia andare e parla di famiglia, guai esistenziali, amore, politica e filosofia. Ed è un fiume in piena: “Se sono ancora vivo io c’è speranza per tutti” afferma il rocker di Zocca, 70 anni il prossimo febbraio, che torna in pista con ‘Siamo qui’, il nuovo album in uscita il 12 novembre prossimo. E’ un Vasco esistenzialista, che cita Sartre e Nietzsche, Lacan ed Heidegger. Il Komandante è in forma e lo dice così, introducendo il disco che esce a due anni dall’ultimo live e a sette dall’ultima fatica in studio, ‘Sono innocente’, del 2014. In mezzo una pandemia, le anteprime ‘abusive’ dei suoi singoli sui social, gli sfoghi contro i negazionisti del Covid.

“Siamo qui, eccoci qua – dice Vasco -. Sono trascorsi due anni ma sembra un secolo, questo disastro epocale ci ha travolto tutti e ci ha scombussolato un bel po’”. Il lockdown, ammette “è stata un’esperienza incredibile. Non avrei mai pensato di assistere a una cosa del genere”. Eppure il Blasco non si è arreso. ‘Siamo qui’ è stato realizzato tra gennaio e maggio di quest’anno, un poco alla volta, quando si poteva, rappresentando una via di fuga e di evasione dalla realtà. “Sembrava di vivere in un film di fantascienza – confessa il Kom – ma era la realtà. Io sono rimasto un po’ sospeso in questo periodo, mi sono reso conto che lo scopo più importante della mia vita viene a mancare se non faccio più concerti. Ho cercato degli hobby, ho provato ad andare a cavallo, a fare golf ma non mi piace far niente, mi piace solo la musica. Senza la musica non sono niente”.

I mesi che verranno si prospettano come un momento d’oro per il Blasco nazionale, che ha fatto la storia della musica italiana e che anche oggi, al 18esimo album in studio (“Sono maggiorenne” ironizza) è ancora qui per conquistare e lasciarsi conquistare. A partire dal singolo ‘Siamo qui’, che uscirà venerdì prossimo. “E’ una canzone molto vasta oltre che molto ‘vasca’ – scherza il rocker -. E’ una canzone d’amore per la condizione umana, che è quella di essere gettati nel mondo. E’ attorno a lei che ho costruito il disco, è la più intensa”. Ed è un brano che parla anche di ‘guai’. “Non mi riferisco a quelli della pandemia, l’ho scritta prima del Covid, sono guai esistenziali – ribadisce il Kom -. Canto ‘Siamo qui soli e delusi a confondere quello che sei con quello che usi’ ed è la sensazione che ho. Siamo soverchiati dalla tecnica, che è diventata potente, sfrutta le nostre debolezze, le nostre rabbie, le aggressività. La civiltà è andata avanti sempre  guardando al profitto e non all’esistenza umana. Tu oggi vali solo se sei utile, sennò vieni emarginato, ormai è solo questione di utilità”.

Il nuovo album è ironico, provocatorio, emozionante. E soprattutto all’insegna del rock pesante, come il brano d’apertura “Xl Comandamento” che suona duro, visionario, con schitarrate graffianti, un pezzo ‘da stadio’ con note ‘heavy’. “Sento nell’aria questa forte ignoranza che sta arrivando, io mi sono arreso non discuto più con l’ignoranza ma non c’è niente da fare, conviene arrendersi a oltranza” spiega Vasco, raccontando di un album che va “in direzione ostinata e contraria, come diceva Gaber”. Un album completamente diverso da quello che si vede in giro, dalle sonorità classic rock. “Volevo usare l’autotune ma mi hanno detto che sono troppo intonato – scherza Vasco. Poche le parole delle canzoni, “perché è l’immaginazione che conta e che deve volare”. Ma, fa notare, ‘Siamo qui’ è anche un album “divertente e divertito che penso comunichi spontaneità”.  Sincero, del resto, Vasco lo è fino in fondo, come in ‘L’amore l’amore’, dove affronta il tema dell’orientamento sessuale ai tempi della società liquida (“l’amore si fa come si vuole dico – spiega – e io sono aperto a tutti, l’importante è che ci sia l’amore”) per poi lasciare il passo alla batteria hard di ‘Tu ce l’hai con me’. Nella seconda parte prevale invece il Vasco più intimo e sentimentale come nella malinconica ‘Ho ritrovato te’  o in ‘Siamo qui’. E ancora, vi sono ballate rock intense, come ‘Patto con riscatto’, ‘Prendiamo il volo’, (“mi sono ispirato al cielo blu di Zocca e Los Angeles”) e ‘La pioggia alla domenica’, brano pop del disco, ricco di quell’ironia da domenica lunatica. Brividi anche per ‘Una canzone d’amore buttata via’, che parla di un rapporto di coppia complicato.

“Vi svelo un segreto – dice ai giornalisti – per stare con una persona per tutta la vita bisogna saper chiudere un occhio, a volte anche due, quello che conta non è il comportamento ma il progetto che si fa insieme, il progetto di famiglia va tenuto in piedi anche difendendolo da tutti e da sé stessi”.  La bocca resta cucita sulla questione giudiziaria che riguarda il figlio, della quale si era già detto “amareggiato” ma sull’attualità non risparmia colpi. In Italia “c’è una destra molto estremista – afferma – per me è giusto che ci sia la destra ma non deve essere pericolosa come quella che sembra ci sia all’orizzonte. Anche i toni di Meloni e Salvini sono toni divisivi, creano solo odio per avere dei consensi. Io faccio musica, porto gioia, faccio questo nella vita. C’è gente che soffia sul fuoco, sapete chi sono”. Non usa mezzi termini anche per parlare dei social “E’ il mondo in cui viviamo oggi – osserva Vasco – ci sono continue offese da ogni parte, litigano tutti sui social”.

E sulle donne ammette: “le amo e vanno rispettate ma nel rapporto uomo-donna trovo ci sia uno sbilanciamento ai danni del maschio, che ora vedo molto confuso. Le donne hanno tutte le ragioni ma sono un po’ in preda a loro stesse ultimamente”. Muove osservazioni anche sui giovani d’oggi che “vogliono la macchina subito, l’orologio più grosso, lo yatch. Basta ascoltare Sfera Ebbasta, i giovani oggi sono così, mi spiace dirlo”. Tra i colleghi, invece, plaude ai Maneskin: “Mi sono piaciuti tantissimo a Sanremo – non nasconde – il loro era un pezzo rock. Finalmente, ho pensato, ecco un gruppo che fa rock visto che oggi tutti fanno rap e trap”. Ma a piacergli è anche Madame “che canta con anima e cuore”. Nonostante il lockdown lo abbia colpito non ce ne è traccia nelle 10 canzoni del nuovo album che suonano come 10 storie rigorosamente diverse una dall’altra. “Aver vissuto in quel periodo lì mi ha fatto pensare a tante cose, ho letto molto, l’angoscia c’è sempre, io ci convivo” sottolinea. Il risultato è un Vasco dalle mille anime, a tratti feroce e beffardo, a tratti dolcissimo e nostalgico. Che si prepara a fare sold out in tutte le date del prossimo tour, al via da Trento il 20 maggio prossimo. “Abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo – ammette – pensando che non ci saranno più problemi e potremo riabbracciarci e assembrarci con il 100% delle capacità. Speriamo che succeda. Sono 11 date, andrò da Nord a Sud e viceversa”. E promette: “Quest’anno voglio venire a suonare anche a casa vostra”. (di Federica Mochi)

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