Giovani allo sbando a Manfredonia. In una notte, sei ragazzi in ospedale. “Non abito a Manfredonia e non voto a Manfredonia, sia chiaro – scrive
Giovani allo sbando a Manfredonia. In una notte, sei ragazzi in ospedale. “Non abito a Manfredonia e non voto a Manfredonia, sia chiaro – scrive il sanitario Francesco Lapolla sui social -, la mia è solo una riflessione da un osservatorio particolare in un momento in cui ‘i riflettori sono accesi’sui problemi di questa città che considero la mia seconda casa, e chi mi ha incontrato in Pronto Soccorso penso che questo lo sappia.
È possibile che in una città relativamente piccola come Manfredonia io debba refertare in un ‘normale’ sabato sera ben 6 (SEI!) ragazzi ventenni vittime di aggressioni con lesioni anche gravi? Pensate che ci voglia molto a far scappare il morto di questo passo?
Non accetto frasi come ‘le leggi ci sono, basta farle rispettare’ oppure ‘anche se li prendono non gli fanno niente’. Io chiedo a tutte le persone che un domani amministreranno questa città di non promettere cose straordinarie ma di iniziare dalle cose piccole, pensate a come fare affinché in questa città i ragazzi si divertano correttamente e che non vedano nella violenza e nella vita criminale la normale evoluzione della propria giornata/nottata. È compito della Politica, della Scuola e della Famiglia e dove pecca una deve intervenire l’altra. Amministrare una città vuol dire anche questo!”, conclude Lapolla.
Sul caso è intervenuto il candidato sindaco Gianni Rotice che in un post commenta: “È ora di dire basta, davvero. Ogni mattina, soprattutto nei weekend, Manfredonia è costretta a leggere quello che per me, senza mezzi termini, è un bollettino di guerra.
Vandalismo, risse, aggressioni, attentati intimidatori, bullismo, rapine, fiumi di alcol che vedono coinvolti in primis i giovani della città. La scorsa notte, come da denuncia del dott. Francesco Lapolla, al Pronto Soccorso sono stati medicati sei ragazzi – anche con gravi lesioni – derivanti da una maxi rissa nella villa comunale. Pericolosissimi campanelli d’allarme in una comunità sfaldata, smarrita e lasciata in balia del proprio destino. C’è un’emergenza sociale ed educativa a cui porre immediatamente rimedio con l’impegno in filiera di Istituzioni, associazioni e cittadini.
La scuola è certamente il luogo deputato alla crescita ed alla formazione umana e didattica, ma su di essa e sugli insegnanti non può gravare l’intero peso di questo pesante fardello. È una responsabilità collettiva che deve vederci tutti coinvolti, a partire dalle famiglie con il supporto delle Istituzioni (Palazzo di Città in testa) per l’affermazione del senso civico.
In tutti questi anni i giovani sono stati trascurati, lasciati ai margini della vita sociale e culturale di Manfredonia, togliendo loro spazi di sana aggregazione dove poter far esprimere il proprio talento. Energie vive ed entusiasmo di cui la città ha assolutamente bisogno per ripartire. Occorre certamente un rafforzamento del controllo del territorio da parte delle Forze dell’Ordine, ma anche creare spazi pubblici dove poter praticare sport e dedicarsi ad attività artistiche.
I giovani – come sto appurando personalmente in questi giorni di incontri – vanno motivati e resi protagonisti, non possono essere il capro espiatorio della mancanza di programmazione di opportunità di crescita e di prospettive per costruirsi qui un futuro certo e dignitoso. Per questo ho dedicato a loro un apposito capitolo del programma di governo della coalizione che sostiene la mia candidatura a candidato a sindaco”.
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