A una settimana dall’inizio delle scuole sono una ventina le classi in quarantena in Puglia. I dati arrivano dal monitoraggio delle Asl. Secondo quant
A una settimana dall’inizio delle scuole sono una ventina le classi in quarantena in Puglia. I dati arrivano dal monitoraggio delle Asl. Secondo quanto riportato da Repubblica, nel Foggiano ci sarebbero una dozzina di casi, tutti non vaccinati e under 12. Diversi positivi sono stati registrati nel Barese e nel Salento, mentre non risultano casi fra la Bat e Taranto.
“Cambiare le regole della scuola”
La situazione non è certo quella dell’anno scorso, ma appena si sono aperti i battenti delle scuole, ecco che si è subito ripresentato il rischio della Dad, soprattutto per gli under 12 che non hanno ancora la possibilità di vaccinarsi, ma non solo. Al momento – e siamo appena agli inizi dell’anno scolastico – ci sono già diverse classi, da Bolzano alla Sardegna, passando per il Lazio, che si sono aperte e subito chiuse per Covid: secondo l’associazione dei presidi un centinaio in totale su oltre 400mila, ma la possibilità che questi numeri aumentino c’è eccome.
E così il problema del cambio delle regole legate alla quarantena si sta cominciando a porre anche in Italia – con la Germania e la Gran Bretagna che già hanno avviato una riflessione sul tema – visto che le norme in vigore possono determinare un ritorno in Dad a singhiozzo per molte classi durante tutto l’anno scolastico a causa dei contagi, vanificando gli sforzi che sono stati fatti per riportare gli alunni in presenza. Per Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, il governo dovrebbe pensare a una revisione. E anche Matteo Renzista su questa linea: “Spero che, per evitare la follia della Dad, cambino rapidamente le regole della quarantena per i vaccinati”. Una delle idee sul tavolo è quella, in caso di contagio di un alunno, di mettere in quarantena solo chi risulta positivo e i suoi “compagni di banco” più vicini, facendo poi un test all’intera classe e permettendo il ritorno in presenza ai “negativi”, ma è un’ipotesi che – al momento – il ministero della Salute “non sta prendendo neppure in considerazione”.
D’altra parte – si sottolinea – i protocolli e le linee guida del Cts “sono state firmate da tutti i presidenti di Regione” e tutti i governatori – quindi – sanno che solo in questo modo si può evitare “la ripartenza dei contagi su largo raggio”. Anche ieri il ministero della Salute ha voluto ribadire quanto contenuto nella circolare emanata l’11 agosto scorso; se l’alunno è vaccinato da almeno 14 giorni, la quarantena deve essere di almeno 7 giorni dall’ultima esposizione al virus, mentre i soggetti non vaccinati o che non hanno completato il ciclo da almeno 14 giorni “possono rientrare in comunità – spiega il ministero della Salute – dopo un periodo di quarantena di almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo”.
Queste norme – secondo quando evidenziano numerosi insegnanti – al momento non sembrano sufficienti a garantire le lezioni in presenza e, soprattutto, a scongiurare il rischio della didattica a distanza, ma da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, arriva un invito alla cautela. “Qui stiamo parlando di questioni sanitarie e di garantire dei livelli di sicurezza più alti possibile – commenta – e non sta certo a noi, ma ai sanitari, valutare se ci sono o meno i margini per un cambio delle norme. Noi, al momento, ci atteniamo a quanto stabilito dalla circolare del Cts, ma se la situazione dovesse diventare più difficile, penso debba essere valutato l’obbligo vaccinale anche per gli studenti sopra i 12 anni, ma vedremo l’evolversi della situazione, che al momento non appare grave”.
Lo conferma anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che ha sottolineato come le classi in quarantena sono, al momento, un numero molto limitato. “Sono situazioni specifiche – ha spiegato – che stiamo controllando. Lo abbiamo detto nel decreto di agosto che laddove ci fossero state delle situazioni di contagio saremmo stati in grado di controllarle e così stiamo facendo; le stiamo controllando. Stiamo parlando di numeri limitati rispetto a un totale che con molta gioia è ripartito”.
Secondo Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma “al momento in tutta Italia sono qualche centinaia le classi in quarantena su un totale di 400mila. Non sappiamo quale sarà l’evoluzione perché nel Lazio ci sono ben 12mila classi con un numero di oltre 25 studenti. Per questo auspichiamo che i ragazzi dai 12 anni si vaccinino. La risposta dei 16-17enni è molto ampia”.
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